Mi sono chiesto, come mai questo curioso gruppo composto da ben 48 componenti, le AKB48, potesse avere un così grande successo, e dopo un po' ho deciso di ascoltare questo singolo. Uscito in ben 3 edizioni diverse, il loro 17° singolo debutta alla prima posizione vendendo complessivamente la strepitosa cifra di 587,481 in sole 4 settimane di permanenza. Un risultato secondo me fin troppo elevato per un singolo così scarso e piatto.

Iniziamo l'ascolto del singolo con l'allegra “Ponytail to chouchou”. Introdotta da un pianoforte, che all'inizio fa pensare ad una ballata, sfocia in un canzone del tutto diversa. Una canzone divertente e nient'altro. Le voci delle ragazzine sono veramente molto fastidiose e non stanno per niente bene insieme. La base vorrebbe sembrare qualcosa di estivo, ma invece non è altro che una delle solite canzoncine che ci offrono da mesi i gruppi come questo. La musica manca di potenza e risulta piatta, forse perché non presenta niente che riesce a catturare l'orecchio dell'ascoltatore. Passiamo a “Nusumareta kuchibiru / Under Girls”, che non si discosta per il niente dalla traccia precedente, se non per l'inizio che ricorda molto le melodie dei giochini per GameBoy. Le voci ancora una volta non si uniscono per niente bene insieme, stonando anche in certi punti, mentre per il resto della canzone danno una sensazione di disarmonia. Come nel pezzo precedente, anche qui manca la forza nella musica, e specialmente nel ritornello, che dev'essere il fulcro del brano. In sostanza avrebbero potuto fondere le due canzoni, che non si sarebbe notato molto il cambio di voci e di basi. Contenuta solo nella versione “Ponytail to chouchou [Type A]”, troviamo “Boku no YELL / Theatre Girls”, che ha un inizio piuttosto prorompente, sicuramente molto più delle tracce precedenti. Subito dopo qualche ascolto mi pongo la domanda: Ma cosa è cambiato a parte l'inizio dalle canzone prima proposte? Ovviamente mi sono anche risposto, e come potrete ben immaginare la risposta è stata: niente. Appunto, non cambia niente da quanto ascoltato prima e ripeto: nella base manca la potenza necessaria per dare vitalità al brano. Unica nota positiva sono le voci, che in questo caso sono più in sintonia tra di loro. Inclusa invece solo nella versione “Ponytail to chouchou [Type B]”, possiamo ascoltare la leggermente più prorompente “Majijo teppen blues”. Finalmente dopo 3 brani davvero scadenti e insulsi il gruppo ci offre un pezzo con sonorità un po' più potenti, ma purtroppo fin troppo ripetitive. Trovo noiosissima la parte parlata del brano che compone praticamente il 70% della canzone, mentre nella parte cantata invece le voci non sono per niente in armonia, come praticamente tutto il resto del singolo. A chiudere finalmente questo fiasco di cd, in entrambe le versioni troviamo le inutili e ridicole strumentali delle canzoni. In quelle delle prime tre traccie recensite sopra si possono "ascoltare" le insulse e poco elaborate basi, che non ci regalano niente di buono purtroppo, mentre per l'ultima traccia sopra recensita, possiamo sentire la potenza e le leggere influenze rock, ma anche la ripetitività del brano.

Essendo il loro primo singolo che ascolto, devo dire di essere rimasto abbondantemente deluso dall'insulsaggine del singolo. Quattro traccie una più ridicola dell'altra, dove le voci non sono in sintonia fra di loro, e le basi non sono potenti come vorrebbero sembrare risultando così contate e attendibili. Non capisco la fonte del successo dei loro ultimi ultimi singoli in Giappone, e mi stupisco sempre di più di come dischi di simile banalità possano raggiungere certe cifre di vendita. Sarà forse il numero spropositato dei membri che incuriosisce il popolo nipponico?