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Ayaka Ikio
recensioni
di zefis90
Pubblicata il 27 Ottobre 2009
Ayaka Ikio, non paga del debutto coi fiocchi avvenuto ad inizio anno, decide di stupire ancora una volta i suoi fan e i nuovi accoliti accumulati da Gennaio pubblicando a distanza di solo sei mesi un nuovo disco. “GOSSIP” riprende il discorso più sperimentale e frizzante avviato con l'esordio, forte di episodi molto ben strutturati e realizzati, ma il fatto è che non riesce a risultare così convincente e ad avere quel fascino invece proprio di “RE: ACID QUEEN”, per molti aspetti dall'appeal decisamente più forte e più solido. I pezzi rimangono comunque abbastanza trascinanti e scatenati, ma la qualità complessiva registra un calo se non significativo, comunque abbastanza evidente, abbondando di parti strutturalmente già troppe volte sfruttate e di loop talvolta carenti sotto il piano creativo. Nel complesso comunque, il disco risulta comunque discreto, di gran lunga migliore a molte produzioni spazzatura che quest'anno hanno ammorbato il panorama dell'indietronic, ricettacolo oramai di ogni cantante improvvisato che si vuol definire un artista. L'inizio del disco, stavolta, fa a meno di pedanti orpelli e di laboriose introduzioni per farci acclimatare direttamente col clima scatenato e convulso della prima traccia. “Get out” infatti, proseguendo la melodica e l'impostazione del lavoro passato, ripropone sostanzialmente, ma senza stancare, lo stesso fortunatissimo connubio tra testo ritmato e deciso e basi scatenate e irriverenti, riuscendo comunque a fare centro e a non risultare scontata o troppo ripetitiva. I loop e i beat si susseguono in maniera armoniosa, ben strutturati tra loro e alternati da notevoli sequenze di arche plasmate al computer. Pezzo da ascoltare e riascoltare, un'elettronica coinvolgente e capace di emozionare. A seguire però non c'è una traccia degna di una partenza così spettacolare; “Plastic Baby”, riprende per intero tutti gli stilemi presenti in “LoLLyPoP”, e non apporta niente di nuovo o di diverso. La musica è troppo scialba, troppo prevedibile, niente ci fa pensare che la stessa persona abbia potuto cantare due brani così alieni uno dall'altro. Vorrebbe apparire una versione più caotica del brano sopracitato, ma il tutto si risolve in una cacofonia strozzata senza soluzione di continuità. Brano urban electro che non affascina, non coinvolge. “Cat's free” invece, molto meno sciatta e musicalmente più curata, è un pezzo che di primo acchito appare come un curioso esperimento che cerca di far confluire le sonorità electropop di Lady GaGa con il sound invece a lei più vicino e tanto da me lodato. Non è per carità qualcosa di particolarmente eclatante, “innovativo” di certo non è l'aggettivo ideale per descrivere il brano, ma ha il suo perchè all'interno del disco, analizza ed elabora una delle sue varie sfaccettature. Un pezzo che invece mi ha conquistato su tutta la linea è d'altra parte la meravigliosa cover “ANARCHY IN THE UK”. Ora, fermo restando che a me i Sex Pistols, così come tutto il movimento punk (unica eccezione forse costituita dai Clash), non hanno mai particolarmente affascinato, questa cover tuttavia plasma e metamorfizza tutti quegli elementi a me difficili da digerire nella versione originale, e ne tira fuori un puro concentrato di elettronica, affidato all'ammaliante voce di Ayaka, che con ampie volute interpreta il testo a modo suo e lo rende semplicemente meraviglioso. Ancora una volta però, ciò che segue non regge veramente il confronto, e per l'appunto “Spider Web” ne è una chiara dimostrazione. Pur presentando un'elettronica sotto vesti nuove, totalmente ispirata al fenomeno synthpop degli anni '80 e ora di nuovo in grande voga, non riesce a creare quell'incantesimo della canzone appena trascorsa, risultando per questo motivo abbastanza fiacca e insipida (in particolare è da notare l'inserzione di un loop a due terzi del brano che poco ci incastra nel tessuto musicale). Si continua successivamente con “Scream”, che per la prima volta azzarda a proseguire il discorso urban electro con coraggio e grinta. Ayaka, muovendosi con sicurezza all'interno della canzone, esplode durante il ritornello, scandito da tonalità techno narcotiche e contagiose, grazie alle quali riesce ad esprimersi alla perfezione. Sicuramente un brano più alla sua portata di mano, come anche il successivo, con il quale si termina l'ascolto del mini-album. “Groove Is Mine” si appresta alle nostre orecchie come una ventata d'aria fresca, ricercato, elaborato, particolare e quanti altri aggettivi volete mettere. Insomma, è un pezzo che spacca letteralmente. Non è tanto la voce che colpisce, quanto la musica, basata quasi soltanto sui riff, che creano un tessuto armonico di rilievo e contribuiscono a farne una delle sue realizzazioni migliori. Insomma, un pezzo tutto da gustare, specie per gli amanti dell'electropop! Anche se “GOSSIP” non ha la forza e la potenza del disco precedente (purtroppo due o tre canzoni ne abbassano notevolmente il livello), Ayaka ha comunque realizzato un prodotto per certi punti di vista sufficientemente apprezzabile da stagliarlo tra prodotti tra loro troppo semplici, permettendole di costruire un trampolino di lancio per progetti più maturi e sentiti, artisticamente più completi. Qualità complessiva delle tracce: 7 Musica: 7.5 Voce: 7 Copertina: 7.5 Qualità Promo Picture: 7.5
7.3
Media dei voti degli utenti: 5
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