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Ayumi Hamasaki
recensioni
Coperdina di LOVE again - Ayumi Hamasaki
LOVE again
Album pubblicato il 08 Febbraio 2013
14° Album. E' stato venduto in cinque edizioni: CD, CD+DVD, CD+Blu-ray, CD+DVD+GOODS e CD+Blu-ray+GOODS.
1155 click, 2 voti degli utenti
di Christi
Pubblicata il 13 Giugno 2014
Ayumi Hamasaki - LOVE again
Si chiama "LOVE again" il 14° album di Ayumi Hamasaki, preceduto dai mini-album "LOVE" e "again", che contenevano, rispettivamente, tre e quattro canzoni inedite. Il tutto è stato riproposto (remix a parte) nell'album uscito nel febbraio del 2013. Nella sua promozione, "LOVE again" si è leggermente distinto dai dischi precedente e ha proposto uno stile diverso da "Party Queen". È un ritorno all'atmosfera dell'era di "Love songs", nonostante le canzoni non siano altrettanto riuscite.
Ma passiamo all'ascolto.


Iniziamo con la bellissima "Wake me up", canzone pop veloce molto simile alle tracce più belle di Ayumi. Con una melodia incentrata sul mistero, un timbro di voce più basso del solito e note lunghe, la canzone di esordio avrebbe potuto appartenere all'era di "Love songs". Molto coinvolgente ed affascinante.
Passiamo subito alle ballate di medio tempo con "Song 4 u", con tanto di pianoforte e arpa in sottofondo. Nei primi secondi viene costruito un climax che sfocia in un ritornello più movimentato e colmo di suoni. La canzone è basata sullo stile delle canzoni più datate della cantante, ma non funziona altrettanto bene. In generale, è ben riuscita ma dopo qualche ascolto può stufare.
Continuiamo con lo stesso stile con "Missing". Personalmente, preferisco questa alla traccia precedente, poiché più esplosiva e orecchiabile. Belli i momenti musicali con pianola, strumenti a fiato e a corda. La voce di Ayumi risulta anche meno nasale e più calda.
"SAKURA" è una ballata classica con piano e note lunghe. Le strofe sono piuttosto calme e poco coinvolgenti, mentre il ritornello è più sentito e malinconico.
Siamo alla quarta ballata di fila con "Melody", che ancora non si discosta da quanto presentato dalle altre tre canzoni. Purtroppo si comincia a sentire la pesantezza dell'album, con tracce piuttosto simili fra loro e non particolarmente memorabili.
Arriviamo alla prima interlude: "task'n'bass". La traccia propone finalmente un po' più di ritmo e un cambiamento di stile, con ritmi frenetici e sound quasi dance.
Guadagniamo infatti ritmo con la rockeggiante "Bye-bye darling", che inizia con tanto di basso e chitarre esplosive; il ritornello è molto orecchiabile e facile da seguire. La canzone in sé non presenta nulla di significante o innovativo ma è comunque un buon modo per ripartire e proporre uno stile più coinvolgente.
"snowy kiss" riprende lo stile della bella "Wake me up" e ci regala di nuovo note lunghe e ritmi frenetici. La melodia delle strofe è degna delle storiche hit di Ayumi e il ritmo non fa altro che crescere e coinvolgere l'ascoltatore. Ottimo il bridge calmo prima del ritornello che promette una tempesta di suoni e, infatti, completa perfettamente ciò che è stato costruito in precedenza, grazie all'alternanza di tonalità basse e alte e l'uso molto preciso di seconde voci. Assieme a "Wake me up" è sicuramente una delle canzoni più belle e meglio riuscite di tutto l'album.
Dopo tre canzoni veloci ritorniamo alle ballate di medio tempo con "Sweet scar", che, al contrario delle precedenti, presenta finalmente una melodia decisamente più interessante e struggente. La voce della cantante si unisce benissimo agli strumenti e regala emozioni contrastanti: malinconia, dolcezza e nostalgia. Molto affascinante.
Più sperimentale e diversa "petal", con protagonisti violini e sonorità misteriose e quasi gotiche. Sebbene le strofe siano molto interessanti, il ritornello perde un po' di originalità e rende la canzone piacevole ma non particolarmente degna di nota.
Arriviamo alla seconda interlude, ovvero "glasses", meno dance della sorella "task'n'bass" e più pop, con tanto di piano, violini e ritmo ben scandito. Sarebbe stata interessante d'ascoltare anche senza la presenza di Ayumi.
Ci avviamo verso l'ultimo capitolo dell'album con "untitled for her... story 2", che, purtroppo, nonostante la presenza dell'interlude e un possibile cambio di stile, non presenta nulla di innovativo. Ritorniamo alle ballate classiche del J-Pop, con melodie struggenti e voce standard. Le lyrics salvano la traccia ma rimane comunque poco interessante rispetto ad altre ballate ideate da Ayumi.
"Gloria" non si discosta da questo stile, anche se risulta più coinvolgente della traccia precedente per il ritmo e una melodia più apprezzabile.
"Ivy" presenta finalmente qualcosa di diverso e ritorna allo stile presentato da "Wake me up", "snowy kiss" e "Sweet scar". Richiama di nuovo le ripetizioni e le melodie in stile "LOVE songs", più facili da seguire, memorabili e più coinvolgenti per l'ascoltatore.
Concludiamo l'ascolto con la 15esima traccia, "You & Me". Fortunatamente proseguiamo con lquanto costruito da "Ivy", ovvero una base melodica bella e malinconica, accompagnata da parti più dance/pop e spensierate che ricordano l'estate. È una buona conclusione dopo tracce decisamente troppo lunghe e simili fra loro.


Quello che poteva essere un album che richiamava le origini, come era stato ai suoi tempi il bel "Love songs", è risultato invece un disco colmo di ballate classiche e di medio tempo (addirittura 9 su 13, escludendo le interludes), alcune riuscite altre meno, abbellito qua e là da qualche meteora veloce e decisamente coinvolgente. I due mini-album usati come promozione, "LOVE" e "again", risultano più coesi e meno pesanti del disco.
In generale, per gli amanti del primo genere citato, "LOVE again" è un album ben fatto e incantevole, mentre per chi preferisce, come me, una via di mezzo meglio costruita, si ritroverà a riascoltare con nostalgia i recenti "Love songs" e "NEXT LEVEL", nella speranza di un ritorno d'oro in stile "(miss)understood".
Qualità complessiva delle tracce: 6
Musica: 7.5
Voce: 7
Copertina: 8
Copertina Limited Edition/First Press: 7.5
7.2
Media dei voti degli utenti: 7.25
Clicca qui per i voti dettagliati
Opinioni sul disco ''LOVE again''
#01
kumimoto
Voto: 7.5
mail
Un disco leggermente pesante per la presenza di troppe ballate, l'ho preferito a party queen che per ora considero il peggiore della carriera di ayu (mio parere). Ho apprezzato di più questo rispetto al precedente. Belle le ballate come Song 4 you, Sweet scar, e le canzoni più frenetiche come Wake me up, Ivy e Bye-bye darling, ho trovato fantastiche anche gli interlude task'n'bass e glasses. Se avesse fatto uscire un mini album con queste 5 traccie suddiviso da questi due interlude probabilmente sarebbe stato un disco perfetto. Ma cosî non è stato, resta il fatto che era da molto tempo che le canzoni di ayu non mi entrassero in testa a questo modo. Ancora una volta ci ha regalato alcune perle da aggiungere alla lunghissima lista delle sue canzoni migliori.
2014-06-15 00:05:25
 
#02
nyayu
Voto: 7
http
mail
LOVE again soffre di un grandissimo problema: la previdibilità.
Ayumi ha sempre avuto delle canzoni tipiche del suo stile, ma son sempre state equilibrate da canzoni che si rivelavano delle vere e proprie sorprese, se non delle gemme da ricordare. Purtroppo in LOVE again, non ce ne sono. Seppur le tracce ricavate dai singoli (sî lo so, sono mini album ma purtroppo sono una di quelle rompiscatole che non li accettano come tali, abbiate pazienza è la vecchiaia) siano le uniche degne di nota, soprattutto Sweet Scar che la trovo di una bellezza incredibile, non bastano a salvare l'intero disco dalla noia. Anche se fa meritare un 7, quando avrei dato un 6.5 senza se e senza ma.
Ascoltando e riascoltando LOVE again, ho avuto come l'impressione che sia stato fatto utilizzando degli scarti di altre canzoni. Non hanno melodie particolari, alcune volte sembrano delle semplici demo. Il disco non mi ha convinta, pur non trovandolo un disastro epocale o una macchia nella discografia di Ayumi. Neppure sul fronte grafico abbiamo qualcosa di entusiasmante, seppur il servizio fotografico sia un po' più maturo rispetto ai codini di Love songs, è sempre sui noiosi toni del rosa. Roba già vista.
Forse lei stessa ha voluto fare un disco senza pretese e piuttosto "tipico" per i suoi canoni. Forse non voleva strafare come con Party Queen, per non inimicarsi troppo il pubblico giapponese, che ricordiamo è avido di ballate. Peccato che Ayu ci ha già dimostrato che anche un album ricolmo di ballate e midtempo può essere meraviglioso e scorrevole. E sto parlando di Love songs. Senza neppure scomodare A BALLADS che è semplicemente una raccolta.

Non mi reputo delusa da questo lavoro, apprezzo il fatto che Ayumi ci abbia provato, ma LOVE again lo definirei con una frase sola: niente di che.
2014-06-15 03:49:22
 
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