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BoA
recensioni
di Bobby Drake
Pubblicata il 08 Gennaio 2011
Riproposta ed aggiornata il 13 Gennaio 2011 Ad un anno di distanza dal suo primo mini-album “Jumping into the World”, BoA ritornò in madrepatria per rilasciare il suo secondo disco “NO.1”. Nell’anno di stacco da un lavoro all’altro, la giovane ragazza decise di intraprendere una carriera anche in Giappone che, poi, la porterà al successo. Avendo due diverse carriere in due mondi musicali paralleli ma molto diversi, lo stile musicale della ragazza cominciò a prendere due vie, quella più aggressiva e R&B del Giappone e quella più leggera e pop della Corea. Questa “NO.1” infatti fa notare moltissimo questo stacco poiché è creato con semplici melodie pop e non con rumorose basi musicali piene di suoni e di colori. Il disco riuscì a debuttare in Corea alla 1° posizione e a vendere 544,853 copie quell’anno, divenendo così il 2° disco più venduto del paese e, dal 2002 al Dicembre 2007, l’album è riuscito a vendere in totale 742,000 copie in tutto il mondo.
“NO.1”, pezzo che dona il titolo al disco, pensa all’apertura di questo secondo album. Subito dopo pochi secondi di ascolto possiamo capire che la nostra BoA è ancora legata al mondo pop/R&B del suo disco di debutto anche se sta cercando un po’ di distaccarsene. Qui la melodia del pezzo è sempre infantile e fanciullesca, ma la base musicale subisce un piccolo mutamento trasformandosi in qualcosa di più forte e di leggermente più maturo. I suoni si fanno più duri e aggressivi, il ritornello si fa più potente e la voce della giovane ragazza diviene carica di energia e di forza andando così a ricreare una canzone travolgente, affascinante ma sempre molto giovanile. Con “My Sweetie” tutti i dubbi su una possibile maturità della cantante vengono dissipati per rafforzare l’idea che il suo ambito musicale sia ancora quello dei “teenager”. Questa seconda traccia, semplice e colorata, sottolinea la delicatezza, la giovinezza e la semplicità di una BoA ancora bambina e ancora alla ricerca del suo stile musicale. Frizzante e briosa, My Sweetie non può che travolgervi in un vortice di ricordi dell’età della crescita dove tutto sembrava ancora ovattato e dove tutto sembrava possibile. Volete tornare piccoli per qualche minuto? Beh questo pezzo fa sicuramente al caso vostro. Prima ballata di questo disco è “Neul.. (Waiting)” e siate pronti a dormire. In questa sua fase musicale, la giovane BoA non è proprio forte nel campo delle ballate e queste melense e soporifere tracce ne sono la prova evidente. Creata totalmente con un pianoforte e degli strumenti ad arco, questa pesante canzoncina non incalza e non intriga proprio perché risulta essere troppo pretenziosa e, sinceramente, troppo noiosa. A lanciarsi nel mondo del pop un po’ dance degli anni ’90, ci pensa “Tragic” un brano che raccoglie in se tutte le caratteristiche dei pezzi pop della fine degli anni ’90 dove si mischiava assieme un po’ di pop, dance e di R&B da due soldi. Energica, vitale e allegretta, questa canzoncina ricorda tantissimo lo stile primordiale di una Britney Spears alla ricerca del successo e, detto tra noi, calza davvero poco con quanto prodotto fino ad adesso dalla giovane coreana. Volendo adattarsi troppo all’America a volte si sbagliano le mosse e questa blanda “Tragic” lo dimostra in pieno. Sembra proprio che questo disco sia un susseguirsi di canzoncine troppo semplici e poco interessanti e, “Shy Boy” fa proprio parte di questo gruppo con la sua scialba melodia e il suo motivetto sempliciotto. Completamente legata al mondo del pop più sciocco e fanciullesco, questa quinta traccia regala davvero poche emozioni e nel complesso stanca dopo un solo ascolto. Con “Day” troviamo un netto miglioramento rispetto ai brani precedenti grazie alla sua base musicale dura e aggressiva che denota una certa voglia di passare di livello lasciando da parte il lato più colorato e “carino”. La base musicale del pezzo è un ottimo mix di elementi dell’R&B americano con suoni più orientali fusi sopra un ritmo alquanto legato al mondo del pop. La voce di BoA si fa più dura e sostenuta mentre lo scorrere del pezzo amplifica il suo pathos e ne aggrava la melodia, andando così a donare maggior spessore al tutto. Già dal titolo, di “Dear My Love..” si capisce subito che sarà la solita ballata strappa-lacrime e, infatti, il pezzo cerca di essere proprio in questa maniera ma in modo davvero penoso. Lenta, drammatica, pesante e scontata, la traccia si ascolta con molta difficoltà e, se non fosse per i sassofoni che ogni tanto si sentono in sottofondo, il pezzo non varrebbe davvero nulla. Detto questo, passiamo invece a “Nan (Beat It!)” una movimentata canzone pop/R&B che, ricalcando la melodia e il ritmo di “ID; Peace B” questo pezzo si confonde moltissimo all’interno del disco soprattutto per colpa della troppa somiglianza con i ritmi e i suoni già sperimentati nel disco di debutto. “P.O.L (Power of Love)” non vive una sorte diversa dal brano precedente essendo creata con una melodia scarna e piuttosto scontata che, se la vogliamo analizzare, risulta essere quasi una versione senza base proprio di “ID; Peace B”, annoia e stanca dopo pochi minuti di ascolto. Se pensate che con “My Genie” la situazione possa migliorare beh, state certi che avete completamente un’idea sbagliata in testa. Ennesima ballata tutta uguale e ripetitiva, questa decima canzone non si fa proprio ascoltare e ci fa passare oltre con la turbolenta “Pain-Love”. Qui si passa a suoni pop/dance in pieno stile “fine anni ‘90” che però rimangono legati ad un mondo melanconico e travagliato. Il ritmo del pezzo è piuttosto rallentato e la melodia risulta essere un po’ difficoltosa in certe parti ma, rispetto a quanto ascoltato con le ultime tracce, troviamo un certo miglioramento. Anche con “Happiness Lies” ci troviamo davanti all’ennesimo tentativo di ricreare una nuova “ID; Peace B” che però alla fine risulta vacuo e inutile. Manca lo spirito, manca l’energia e manca la vitalità con cui BoA ha debuttato e, per colpa di questa mancanza di sentimento, queste false-righe del brano di debutto, non si fanno apprezzare appieno e trasmettono davvero poco. Con “Realize (stay with me)” succede la stessa storia, manca vitalità al pezzo e, a causa di questo, il pop ritmato e i buoni beat di sottofondo mancano di anima e di spirito andando così a togliere vita e spessore a questo pezzo che, nel complesso, sarebbe potuto essere una vera e propria bomba. “Azalea” va a chiudere ufficialmente questo nuovo disco coreano e quale modo peggiore per farlo se non con una noiosissima ballata? Esatto, questa quattordicesima traccia è la solita melensa ballatina da due soldi che poco trasmette e poco interessa. Pessima mossa mia cara BoA, davvero pessima. Per finire, in questo suo secondo lavoro la nostra giovane ragazza ha voluto anche dilettare il pubblico coreano con una chicca giapponese inserendo una versione in lingua coreana di “LISTEN TO MY HEART”, quarto singolo nipponico per la cantante. Questo pezzo, facendo parte della sua carriera in Giappone, è legato al mondo musicale del paese e quindi presenta una BoA più matura e più aggressiva alle prese con un pezzo R&B/dance bizzarro e travolgente. Il ritmo rapido della canzone viene scandito da sferzanti beat e da suoni elettronici che donano maggior movimento e velocità alla traccia, creando così una vera e propria “hit”.
Il disco è innegabilmente legato al semplice mondo del pop e al mondo della giovinezza. Molte delle tracce sono semplici canzoncine pop dal poco spessore e dalla poca personalità che, all’interno di questo disco, si vanno un po’ a confondere con i restanti pezzi. Piatto e scialbo, questo album denota ancora che la personalità musicale di BoA è piuttosto acerba e ha bisogno di sperimentare nuovi orizzonti.
Qualità complessiva delle tracce: 5.5 Musica: 5.5 Voce: 6.5 Copertina: 6
5.88
Media dei voti degli utenti: 6
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kumimoto
Voto: 6
mail
Disco prettamente adolescenziale, l'ho ascoltato qualche anno fa, mi sono piaciute alcune canzoni come Day, Nan (Beat It!), Pain-Love e Realize (stay with me). Resta il fatto che le melodie sono tutte canzoncine pop senza troppe pretese.
2014-06-15 20:27:00
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