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Do As Infinity
recensioni
di Akemi
Pubblicata il 05 Gennaio 2013
Riproposta ed aggiornata il 25 Gennaio 2013
Album rischioso per i DAI, "Do As Infinity X" è il loro decimo album, e per festeggiare questo traguardo hanno rilasciato un decimo lavoro senza essere seguito da appropriati singoli, il che hanno indebolito l'album rendendolo difficile all'ascolto. Questo lavoro non ha sofferto solo in ambito artistico, ma anche in ambito commerciale, proprio per l'assenza di singoli atti a pubblicare l'album di arrivo.
Composto da 10 tracce, si inizia con "Yoake wa Chikai" che si apre con vari giri e improvvisazioni di chitarre elettriche; brano tipico pop già sentito dalla band. L'armonia musicale è orecchiabile e quasi piacevole se non fosse per la metrica difficile da seguire. La voce di Tomiko sarà uguale dall'inizio alla fine, ci saranno pochi picchi in cui si diversificherà, ma in sostanza, la parte vocale è piatta come la parte musicale. "Tokyo Anettai" ha un vago di rock, ma rimane sul pop; sembra la continuazione del brano precedente, anche se si rivela più accattivante. In questa traccia, l'armonia e la metrica si riprende; la parte strumentale è decisamente migliore grazie all'aggiunta di un basso e qualche improvvisazione in più di batteria e chitarra elettrica. Tomiko si dimostra più originale ed energica vocalmente, rendendo il pezzo uno dei migliori dell'album. Ritorniamo nel pieno pop con "Work!", brano noioso, lo strumentale è scontato e non vi è nessuno strumento che riesca a farsi ricordare, mentre la voce è quasi fastidiosa. Di solito i pezzi dei DAI vincono proprio nel talento di riuscire a unire sia la parte vocale che quella strumentale creando un'armonia musicale affascinante e indispensabile, ma questo brano rappresenta l'esatto contrario della band. Forse la band riesce a tenere fede al loro nome con "Renge", un brano che ci ricorda i cari vecchi tempi dei DAI nel pieno del successo. Pezzo carico di malinconia, se non fosse per la disgraziata ripetitività che, solo al minuto 2:04, fa stancare subito. L'originalità, in questo pezzo, non c'è; ma solo una grande ripresa dei vecchi lavori, facendolo diventare un brano di inno alla carriera della band. Si resta sullo stesso stile pop malinconico, "mannequin" è un'altro pezzo buttato in questo album giusto per far numero. Sembra un miscuglio tra il brano precedente e "Work!"; anche qui viene da piangere per la poca espressività strumentale e vocale, non degna dei Do As Infinity. Nonostante tutto, però, questo brano è stato usato come sigla del telefilm "Pillow Talk". Ci ristabiliamo un po' con una specie di pop rock in "Copernicus", sottolineata da una chitarra country in un contesto fuori luogo; nulla di nuovo. Arrivati a questo punto dell'album, non viene neanche voglia di continuare ad ascoltare. Viene spontaneo chiedersi se i DAI abbiano preso una botta in testa per pensare che questo lavoro possa essere degno di nota. L'album è caratterizzato da un alternarsi di brani fortemente pop e pezzi simil rock. Ascoltare "Right now" mi ha quasi fatto pensare a quei tipici brani sciocchi giapponesi alla "Ultra Relax" di Tomoe Shinohara. Chi si sarebbe mai aspettato di sentir un pezzo dei DAI e confrontarli a questo genere di brani? Questo brano è composto quasi unicamente da loop elettronici, salvo un pezzo di improvvisazione di chitarra; si tratta di uno dei tanti pezzi scarni e noiosi pop che troveremo copiosi all'interno di questo album. "Soudensen" lascia senza parole: l'assenza di originalità è incomprensibile sapendo di che band stiamo parlando. Almeno qui riusciamo a sentire un po' di più la parte strumentale, dovuto al fatto che è una ballata, ma purtroppo non riesce a legarsi con la voce della Van che sembra andare per conto suo. Si prosegue con "Mata Ashita mo Sukoshi Dake Ganbarou to Omou", seconda e ultima ballata dell'album; ottimo pezzo che poteva tranquillamente diventare un singolo estratto dell'album; ma non perché più originale o bello, semplicemente perché riassume il senso musicale di questo album, ovvero, piatto, ripetitivo e nulla di speciale. Si conclude con "ROCK DAYZ" che tira sù l'animo con una grande forza pop rock; questo pezzo può essere definito un vero brano che appartiene ai DAI. Dopo tante tracce si sente finalmente una grande armonia tra la parte strumentale e la voce di Tomiko. In questo pezzo, Ryo dimostra una grande energia tramite un'improvvisazione di chitarra elettrica. Questo brano ti fa veramente venir voglia di alzarti e di scatenarti, un po' per la grande energia che trasmette e dall'altro lato per la felicità di sentire un brano degno dei DAI. Questo album presenta anche una versione DVD che raccoglie il loro ultimo tour, il "Do As Infinity LIVE TOUR 2012 ~TIME MACHINE~". É il primo album che fanno senza essere preceduto da una buona uscita di singoli, ma nonostante tutto ha riscosso un buon successo. Dal mio punto di vista, questo lavoro è stato il peggiore dei DAI, non richiede alcun impegno celebrale e annoia, quasi angoscia l'ascoltatore. Che posso dire? Sono estremamente delusa per quest'uscita che ha rivelato come la band sia a corto di idee e originalità. Sperando che sia solo un momento passeggero, attendo il prossimo lavoro. Qualità complessiva delle tracce: 3 Musica: 2 Voce: 4 Copertina: 5 Contenuti DVD: 6
4
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Pubblicato il 07⁄02⁄2016 | Scritto da Bobby Drake
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