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Do As Infinity
recensioni
di RoB
Pubblicata il 31 Marzo 2008
"True Song" è il quarto album dei DAI, uscito nel Dicembre del 2002 dopo i successi del terzo album e l'uscita del Best Of "Do The Best": ci si aspettava un capolavoro degno del predecessore ma, anche se la qualità fu quella attesa, le vendite non diedero ragione al disco che arrivò quasi a 300.000 copie senza bissare il clamoroso successo di "DEEP FOREST".
La cover del disco presenta ancora in primo piano la bellissima e pensierosa Tomiko Van, avvolta da un sontuoso abito bianco e toccata dai raggi di un tramonto. Il disco si apre con la splendida "Kuusou Ryodan", brano amatissimo dai DAI tanto da venire incluso in quasi ogni esibizione: dopo un'intro di archi esplode il ritmo della canzone, davvero originale e viva. Continuiamo con l'energica "under the sun", tredicesimo singolo del gruppo accoppiato con la splendida ballata "under the moon", non inclusa in questo album: il pezzo è un rock movimentato e solare, anche se la parte cantata non colpisce quanto quella strumentale. Passiamo alla misteriosa intro di "Good for you", lasciata a voce e chitarre per poi introdurre la batteria e convergere musicalmente nel ritornello. Troviamo sperimentazioni elettroniche in "I can't be myself", brano davvero convincente che pian piano sale e sfocia in un pop-rock di ottima fattura. Si nota come i DAI non perdano colpi e riescano a comporre sempre melodie di facile presa senza essere superficiali e vuote. Dopo la trascinante ma un po' sottotono "Perfect lady" troviamo una delle perle del disco, "Shinjitsu no Uta", meravigliosa ballata dalle evidenti influenze tradizionali usata anche come ending della 5a stagione dell'anime InuYasha: il canto di Tomiko è davvero emozionante e il ritornello, aiutato anche dalle chitarre elettriche e dal suono del tipico Banhu, diventa un capolavoro di intensità vero e proprio. Torniamo al rock con la scatenatissima "Grateful Journey", con un ritmo irrefrenabile e un ritornello da cui è difficile staccarsi. Proseguendo con l'ascolto troviamo "One or Eight", brano pop-rock non molto riuscito ma sicuramente piacevole, soprattutto nel ritornello. Una pausa con la splendida "sense of life", originale prova per Tomiko che si cimenta con un canto prettamente r'n'b su una melodia semplice ma efficace. Dopo la ballata "Wadachi-WADACHI-", ottimamente cantata e non priva di grande atmosfera, troviamo lo scatenato rock di "Ai no Uta", brano fortemente influenzato dai ritmi irlandesi. "Ai no Uta" è tra i brani più amati del gruppo, che soleva chiudere i propri live con questa canzone, fatta apposta per saltare e divertirsi senza pensieri per la testa e lasciandosi trasportare da un'allegria contagiosa. La First Press del disco conteneva anche una traccia nascosta dopo l'undicesima, più precisamente una versione live del loro ottavo singolo chiamata "Tooku Made (3RD ANNIVERSARY SPECIAL LIVE ver.)". Questo quarto album non ha deluso i fans del gruppo, presentando pezzi molto diversi e di ottima qualità: anche se presenta qualitativamente un passo indietro rispetto al predecessore, propone alcuni dei brani migliori della loro intera discografia. Qualità complessiva delle tracce: 8 Musica: 8 Copertina: 8.5
8.17
Media dei voti degli utenti: 9.5
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HEARTscapes
Voto: 10
http
mail
Estivo, solare, spumeggiante e maledettamente dinamico. Non sono capace di trovare altri aggettivi che meglio definiscano questa quarta fatica firmata Do As Infinity. Caratterizzato da jacket e booklet epici, TRUE SONG è in assoluto il mio album preferito.
La poesia del testo e la musica di ampio respiro della title-track hanno fatto sî che "Shinjitsu no Uta" diventasse, e rimanesse tuttora, una delle mie canzoni preferite. La presenza del jinghu - strumento tradizionale cinese - suonata dal noto musicista dell'opera di Pechino Wu Ru-Jun dona quel tocco malinconico e allo stesso tempo epico al brano. Il tutto è aiutato dalla voce profonda di Van Tomiko che riesce a rendere perfetta cosî, una composizione sublime. Altri brani che risaltano rispetto alla tracklist dell'album sono la potente "Kuusou Ryodan" che apre magnificamente questo capolavoro con una batteria pressante ed energica; l'allegra e spensierata "under the sun" e "I can't be myself". Altro brano che riesce a farmi venire i brividi e sicuramente la triste WADACHI - che si oppone un po' al resto dell'LP - perché riesce benissimo nell'intento di portare un afoso pomeriggio estivo dalle audaci tinte rosse nel cuore. Assieme a DEEP FOREST e GATES OF HEAVEN rappresenta il fulcro della musica prodotta dalla band giapponese che si fa portatrice di un sound che riprende il rock e il funk-rock di grandi performer della scena musicale americana degli anni '70 facendolo a volte incontrare con il folk o con l'utilizzo di strumenti tradizionali estremo orientali. Elementi, questi, che rendono i DoAs una band pop-rock, sempre a mio avviso, unica. Peculiarità che si è persa anche per il cambiamento dei compositori con i lavori successivi come NEED YOUR LOVE, il pur ottimo ETERNAL FLAME e il pessimo EIGHT che mi ha pesantemente deluso. Comunque, questo album è un must-have e non bisogna farselo scappare! Una bella esibizione di talento da parte della dotata cantante di Kumamoto e dal chitarrista di Kanagawa.
2011-03-04 11:43:07
#02
annadaifan
Voto: 9
mail
Un album davvero variegato fra stupende ballate rock (come Kuusou Ryodan e Shinjitsu no Uta), canzoni piene di ritmo (come under the sun, Grateful Journey, One or Eight e Ai no uta) e alcune perle (come sense of life e Wadachi).
2012-09-16 18:51:27
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Pubblicato il 07⁄02⁄2016 | Scritto da Bobby Drake
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