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Kyoko Fukada
recensioni
Coperdina di Universe - Kyoko Fukada
Universe
Album pubblicato il 21 Novembre 2001

Secondo album per la attrice e modella Kyoko Fukada, alle prese con lunghe ballate e pezzi dal feeling più dance-pop, oltre che ad un brano completamente strumentale. Dal disco, che non ha avuto comunque un successo stratosferico, sono stati estratti ben 3 singoli.
907 click, un solo voto degli utenti
di kikkokat
Pubblicata il 02 Marzo 2010

E' giunto il momento di dare un voto basso complessivo, capita a tutti i recensori prima o poi, questa volta è il mio turno. Mi riferisco a "Universe" dell'attrice Kyoko Fukada, secondo studio album (e ultimo per fortuna) della sua carriera di cantante. Il disco è stato pubblicato in Giappone il 21 Novembre 2001 e contiene 12 tracce, di cui undici canzoni easy pop e un pezzo, l'ultimo, strumentale e suonato completamente al pianoforte. Da "Universe" sono stati estratti 3 singoli: "How?", "Swimming" e "Kimi no hitomi ni koishiteru", brano suonato molte volte nel bellissimo film drammatico "Dolls" di Takeshi Kitano, dove la Fukada interpreta appunto una cantante pop, con questo pezzo che si sente molto spesso durante lo svolgimento della trama. Ovviamente non vi dico come prosegue il tutto, perché "Dolls" è una capolavoro e lo è la stessa performance della Fukada, davvero convincente. Il problema insorge però quando canta....

Cominciamo appunto con la prima traccia, che è proprio “Kimi no hitomi ni koishiteru” però in una versione remixata, piu' precisamente da Yukihiro Fukutomi, uno che di remix se ne intende parecchio (vi cito solo due artiste con cui ha lavorato: Ayumi Hamasaki e Kumi Koda). La canzone remixata non è un granché, preferisco quella normale che si troverà a metà ascolto. Non trovo molto furba la scelta di aprire il disco con un remix, tra l'altro abbastanza lungo (supera i 5 minuti e mezzo...) Il risultato è un brano prolisso, con questo sound un po' techno e un po' bubble gum pop, che non va da nessuna parte. Sebbene il DJ sia molto stimato in patria, credo che questo remix sia uscito un' po male. Si prosegue con "Telepathy", che inizia come una marcia nuziale o qualcosa di molto simile. Il ritmo del pezzo è scandito dal pianoforte, molto ben suonato e Kyoko "sembra" cantare bene, ma purtroppo nel ritornello la sua voce si spezza, diventa una lagna convulsa. "Telepathy" è una ballata, che starebbe anche bene dopo un remix noioso, la canzone è orecchiabile ma purtroppo la voce di Kyoko non è all'altezza del pezzo. Nel bridge c'è un bell'assolo di archi che viene a salvare la situazione, fosse stato un pezzo tutto strumentale sarebbe stato ottimo.... Nelle strofe c'è anche qualche accenno di basso. La prossima traccia è "Swimming" che comincia alla grande con un riff di chitarre acustiche ed elettriche. Il ritmo è molto orecchiabile e rimane subito in testa. Anche il ritornello non fatica a restare impresso, nel complesso è una bella canzone e la voce di Kyoko si fa più sicura rispetto a "Telepathy". L'arrangiamento della traccia è semplice ma vincente, giocato sull'uso di chitarre acustiche, elettriche e di molte percussioni. Dopo il bridge c'è un bell'assolo di chitarra elettrica, che invigorisce ancora maggiormente il pezzo. "Shitsumon ga aru no" per via dell'arrangiamento e delle musiche molto orecchiabili, si riallaccia tantissimo a "Swimming". Stavolta però la voce della Fukada si perde da qualche parte, specialmente in una parte del ritornello, sembra quasi che bisogna tirargliela fuori con le tenaglie. Anche qui chitarre, basso e percussioni la fanno da padrona e regalano una musica piacevole. Nel bridge si assiste ad una piacevolissima melodia di mandolino e bouzouki, anche se però non si capisce bene cosa c'entrino con tutto il pezzo, visto che prima gli strumenti musicali usati erano stati sempre i soliti. Probabilmente i produttori volevano "spezzare" la canzone introducendo due strumenti inusuali. La traccia numero 5 è "Koi suru mune no tameiki" e si aggiudica anche il premio di canzone peggiore dell'album. Una ballatona di quasi 6 minuti che non concede niente al caso, qualcosa di già sentito e di molto prolisso. Sebbene sia suonata ottimamente, con un'incantevole sezioni di archi e un arrangiamento molto vario, il pezzo non decolla, a causa in primis della voce della Fukada, che sembra avere la sinusite o qualcosa di simile, e poi per il tedio generale che si respira. La durata un po' eccessiva di certo non aiuta l'ascoltatore, che rimane in balia di una voce poco rassicurante e di una melodia molto opaca. Si prosegue con "Universe (Strings Version)" , un'altra ballata ma stavolta nettamente migliore della precedente. L'inglese di Kyoko è un po' osceno, ma possiamo anche passarci sopra. L'atmosfera del pezzo è un po' triste, perché come suggerisce il titolo, c'è ampio uso di viole, violini e violoncelli, tutti suonati in maniera divina. Uno può pensare che la canzone sia noiosa, per il fatto che in questa versione si sentono solo gli archi e ogni tanto la tastiera, ma la melodia è giocata molto bene e la performance di Kyoko è migliore rispetto ad altri pezzi. I versi rimangono subito in testa, sebbene la ballata sia appunto malinconica e un po' sofferta, ma non annoia per niente ed è forse uno dei pezzi migliori del disco. Proseguendo con l'ascolto ci imbattiamo in "American Short Hair", una traccia molto carina con un sound estivo e solare. Si sentono molte percussioni e dei bellissimi accordi di chitarra acustica, e anche questa volta la voce di Kyoko non è terribile come in altri pezzi. "American Short Hair" è tra l'altro impreziosita dall'uso del flauto, molto piacevole, e da quello della tromba. Il feeling complessivo è molto positivo, qualcosa di poco commerciale e ben suonato. Si prosegue con "Kimi no hitomi ni koishiteru", già citata all'inizio. E' un pezzo che rimane subito in testa, la melodia è semplicemente irresistibile. Tutte sonorità campionate con la tastiera o al computer. La voce di Kyoko è molto mielosa ma non troppo, il genere scelto stavolta è il pop-dance, quello che i giapponesi adorano alla follia (sembra quasi un pezzo euro-dance a dirla tutta). La traccia si fa un po' ripetitiva, ma la musichetta usata come base è talmente originale che non esce dalla testa manco a pregare. Con "Figure" invece si ritorna alle ballate. Si apre con un arrangiamento di archi e pianoforte, per poi sfociare in una melodia ben scandita, sempre da violini ma anche da percussioni e chitarre. Il pezzo in sé non è niente di originale, dopo un paio di ascolti risulta già noioso, ma è suonato molto bene e arrangiato in maniera particolare. Purtroppo la voce della Fukada ridiventa lamentevole e soffermarsi troppo all'ascolto diventa un supplizio. E' il turno poi di "How?" che si apre divinamente con dei riff di chitarra elettrica. La musica è piuttosto rock, le chitarre elettriche e le tastiere spadroneggiano. La performance di Kyoko è migliore rispetto al pezzo precedente, e comunque questa incursione quasi rockeggiante è davvero la benvenuta, dopo un mare di ballate e di tracce pop-dance. Si prosegue con "People" che si apre con un coro di "uhhh uhhh" per poi fare spazio alla voce di Kyoko. Qui si ritorna nel territorio dei pezzi lenti, anche se "People" è davvero piacevole da ascoltare. Gli archi fanno da sottofondo al tutto, sempre suonati in maniera eccelsa. Dopo il ritornello c'è di nuovo il coro degli "uhhh uhhh" che è comunque molto apprezzabile (anche perché la voce della Fukada non c'entra assolutamente nulla). A parte gli archi e le tastiere, c'è qualche accenno di chitarra acustica che non stona affatto con l'atmosfera eterea del pezzo, un po' natalizia a mio avviso. L'album si chiude con "Canon (fer remix by Sohichi Terada)", un pezzo strumentale suonato interamente al piano dalla Fukada (lei è un'ottima pianista, non a caso prima di "Universe" ha inciso dei pezzi solisti al piano, tutti strumentali ovviamente). Originariamente, "Canon" fu composta da Johann Pachelbel, noto compositore tedesco nato nel 1653 di cui proprio questo pezzo è il più conosciuto. Il remix rovina un po' l'atmosfera sognante del brano, ma per fortuna non la intacca del tutto. E' un'ottima sorpresa constatare come la Fukada sia molto brava a suonare il pianoforte, strumento che ha imparato ad usare per quattro anni.

Il booklet del disco è piuttosto semplice, e le foto non sempre sono di ottima qualità (il che è strano, visto che solitamente la Fukada, essendo anche modella, si circondi di fotografi davvero ottimi, ma non è questo il caso). I colori predominanti delle pagine sono il bianco, il verde scuro, il giallo e il verde chiaro, gli stessi colori che proprio si vedono nella foto di copertina. "Universe" è solo un pretesto per far cantare una bravissima attrice, che però è meglio che si limiti solo a recitare. Sebbene molte tracce siano suonate in maniera favolosa, il problema è la voce di Kyoko, che a volte sembra emergere dalle noti musicale, mentre altre volte è meglio non sentirla proprio. La ragazza è già un'apprezzata attrice, perché farla cantare per forza?

Qualità complessiva delle tracce: 5.5
Musica: 6
Voce: 4.5
Copertina: 6
Booklet: 7
5.8
Media dei voti degli utenti: 6
Clicca qui per i voti dettagliati
Opinioni sul disco ''Universe''
#01
Squall14
Voto: 6
Che dire...adoro la Kyoko versione cinematografica ma sentirla cantare non è di certo il massimo... Il mio 6 più che altro è più per l'impegno che c'ha messo, e la scelta seguente di dedicarsi solo al cinema.
2010-03-08 14:06:25
 
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