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LiSA
recensioni
di Shonen Bat
Pubblicata il 03 Dicembre 2013
Riproposta ed aggiornata il 23 Dicembre 2013 Album di debutto per LiSA, uscito il 22 febbraio e precedentemente annunciato su twitter dalla cantante stessa, che vede la partecipazione di Sho Watanabe, Jun Maeda e Tomoya Tabuichi. Vien venduto in tre versioni differenti: CD, CD+DVD+Photobook e CD+Blu-ray+Photobook.
L'album si apre con "Yasashisa ni Tadoritsuku Made", piano e violoncello, s'inizia in maniera molto leggera, arrivano anche gli archi, la voce si muove sulle note alte del piano, ma è tutto molto lento, da atmosfera, e poi parte davvero il pezzo, in maniera pregevole. Nella strofa, accompagnata inizialmente solo dalla chitarra acustica, s'apprezza la voce della cantante, che prende coraggio e carattere col passar dei secondi, è particolare, soprattutto nel ritornello, che ha le stesse caratteristiche dell'intro per quanto riguarda l'accompagnamento. Subito un signor solo dopo la seconda strofa, e poi ritornello ancora, un ottimo inizio. "oath sign" ha una intro simile al pezzo precedente, ed anche la strofa vede solo voce, e stavolta il pedale, la chitarra elettrica fa da contorno ed il leggero delay quando tutto rallenta è ideale per l'accompagnamento. Improvvisamente ci si ritrova nel ritornello, incalzante, la voce è molto sicura, accompagnata dagli archi, ma soprattutto da energia, aggressività. E la parte migliore c'è solo dopo, la seconda strofa, quella dopo il ritornello, è davvero sorprendente, soprattutto per come poi s'arriva al solo, stavolta gli archi non si limitano all'accompagnamento soltanto, bensì mettono del loro. Si chiude con ritornello ed ulteriore variazione, il pezzo vola veloce, e merita d'esser riascoltato. Inizia subito col ritornello "now and future", la voce continua a stupir, è calda, dolce ma mai banale, ed il variare degli strumenti nella strofa o nel ritornello, la mette sempre più in primo piano. Il ritornello appunto, è incisivo, veloce, la linea vocale cambia e s'adegua a tutto ciò che sotto di lei succede, la traccia cambia, si ferma, riparte, stoppato e solo, ma tutto sembra esser un'unica entità. Sorprendente il finale. "EGOiSTiC SHOOTER" più evidente l'elettronica qui, ma non si perde d'adrenalina, e le strofe son davvero prepotenti. Il giro di chitarra che accompagna il ritornello è ben fatto, tanto quanto la linea vocale, che stavolta è più attenta agli accenti, con personalità. In qualche modo più tranquillo è l'inizio di "WILD CANDY", l'accompagnamento strumentale è molto più pop, ma non lento e smielato, la voce s'addolcisce ma rimane allegra. Le trombe tra sfrofa e ritornello, son qualcosa di più, ma è una rara distrazione in quanto la voce prende tutta l'attenzione che ciò, rapisce, soprattutto nella variazione, dimostrando così di non esser un fenomeno mediatico solamente. L'inizio di sola chitarra ed organo, ricorda molto gli anni '70, in "Hana to Mitsubachi", si procede su questa direzione, voce compresa, tenera, quasi parlata inizialmente. Uno stop e poi il ritornello, è un piacere, il delay delle chitarre mantiene l'atmosfera soave, alla quale contribuisce il tamburello ed una linea vocale non troppo tirata. Il solo è coerente con tutta la canzone, non spezza eccessivamente, e si va, fino all'ultimo ritornello che chiude la traccia. "ROCK-mode-" è uno spettacolo, ha un ritmo travolgente, una distorsione iniziale particolare, che cambia subito dopo, la strofa è accompagnata solo dagli strumenti, solo la batteria si scatena in sottofondo e la voce mostra tutto l'animo e la personalità che ha. La strofa è tagliata in due da un bridge che rallenta il ritmo per poi renderlo più veloce, alle stesse battute del ritornello, che è una bomba, molto molto orecchiabile, cattura e appassiona, come pochi. Subito dopo c'è una prima variazione, una nuova strofa, la voce tende ad uscire dagli schemi, prende accenti ed riporta al ritornello, accompagnata dal solo della chitarra, che è solo un assaggio a quello vero e proprio che si scatena nella seconda variazione. Il pezzo scorre che è una meraviglia, e live è una delle tracce migliori di LiSA. "Waratte Hoshikute" vien aperta da batteria e chitarre, strutturalmente ricorda gli altri pezzi, cioè una strofa docile a livello strumentale, dove la voce la fa da padrona, vanno apprezzati però gli accenti presi nel ritornello, con una sintonia pregevole di voce e batteria. La cantante è passionale nell'esecuzione, e stupisce in molti passaggi, ad esempio dopo il ritornello, nella variazione, la si può apprezzar meglio, ma non solo lei, anche l'accompagnamento è degno di nota, soprattutto nel solo. Grintoso è l'inizio di "Unfill", s'aggiungono i violini all'accompagnamento di base, nonostante una sonorità aggressiva, la chitarra acustica nella strofa è uno stacco delicato, come voce ed archi ancora. Il ritornello riprende l'accompagnamento della strofa, la voce sembra ridondante, sembra tornar sempre nello stesso luogo, una ruota panoramica che fa allontanar la vista da qualcosa, per poi riavvicinarsi. Il solo è aperto dalla chitarra, ma è una caotica malinconia di piano e violoncello, perla di una canzone preziosa. "Jet Rocket" è la voce ad aprirla, seguita dal piano. E' un finto inizio più che una intro, la strofa inizia velocemente, con più impatto e la voce vien supportata anche con dei cori poco prima del ritornello. Il ritornello appunto, è frizzante, gran parte merito del piano oltre che della voce, che da il meglio poco prima del solo, insolitamente lungo rispetto alle tracce precedenti. Curioso il riff campionato al contrario prima dell'ultimo ritornello, subito dopo, un coro chiuderà la canzone. Ed arriva la canzone che da il nome all'album, "LOVER''S''MiLE", forse quella più particolare tra le altre. Piano e basso reggon la prima parte della strofa, mentre le parole son tranquille e dolci, sempre il solito crescendo prima del ritornello, allegro, andante, leggero, vola via tra doppie voci ed il rientro di piano e chitarra prima della strofa. Il sincopato del pianto però da un'atmosfera molto particolare a tutta la canzone, e solo per lui, e per il vocalizzo che chiude la canzone, andrebbe ascoltata tutta, sembra quasi improvvisata, spontanea, senza troppi fronzoli, la bellezza della semplicità. "Owari no nai Uta" ancora il piano accompagna la voce, armoniosamente, così intro e strofa si mantengono docili. Di nuovo gli archi entrano nel crescendo, la canzone sembra molto sentita, sentimentale, nel ritornello la chitarra distorta ricorda i pezzi precedenti, ma appena finito, si torna all'atmosfera iniziale. Con un umore così soffuso, il basso gode di un'ottima visualità, e si sposa bene con la voce alta della cantante. L'ultima strofa ha un che di caotico, con gli strumenti che danno sfogo mentre ci son vocalizzi in sottofondo, prima che il ritornello concluda il pezzo. L'album si chiude con la versione acustica del brano "oath sign", la canzone viene rivisata, la voce da il meglio, davvero un'esecuzione pregevole.
L'album d'esordio di una cantante con una gavetta importante alle spalle, è davvero impressionante, ma soprattutto è un binomio che spesso manca, riesce cioè ad esser una cantante di qualità e non solo un viso di qualità, la collaborazione di numerosi altri aumenta la qualità delle canzoni. La voce ha personalità, ed anche live, prepotente in alcune parti dei pezzi, ma è qualcosa che piace, non arrogante e vuota, bensì calda, sensuale e grintosa. L'album complessivamente è piacevole, scorre molto, è divertente e merita sicuramente un'ascolto.
Qualità complessiva delle tracce: 8.5 Musica: 9 Voce: 9.5 Copertina: 8.5 Booklet: 9
8.9
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