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Motohiro Hata
recensioni
di zefis90
Pubblicata il 25 Febbraio 2012
Riproposta ed aggiornata il 05 Marzo 2012
Con un titolo del genere facile sarebbe aspettarsi che la carriera del talentuoso Motohiro Hata è arrivata ad un capolina: fortunatamente, si tratta soltanto di un falso allarme, il titolo scelto porta soltanto il nome della traccia d'apertura del mini-album, con cui il cantautore torna a pubblicare materiale inedito dopo una lunga pausa (per gli standard nipponici, si intende). Nelle quattro canzoni che compongono “End Roll”, l'artista ripercorre le delicate tessiture folk-pop che avevano caratterizzato il suo esordio, arricchendole però con tutta una serie di influenze ancora inedite nel tutto sommato piccolo campionario musicale di un musicista che sta sentendo sempre più stretto il suo ruolo di narratore intimista e privato. Non che manchino le caratteristiche che hanno reso Hata apprezzato in tutto il Giappone, tuttavia appaiono come mutate, trasfigurate, sotto un profilo totalmente rinnovato, che, se ancora difetta di vera personalità, tuttavia promette un futuro ben più roseo di quanto invece annunciato col precedente, poco più che discreto, “Documentary”.
I delicati arpeggi di acustica ricamano solerti la dolcezza infinita di “End Roll”, emozionante ballata sulla stregua di tante offerteci dal cantautore, alla quale accosta un poderoso sostrato di archi che risalta la pulizia della melodia. Proprio nel ritornello Motohiro, al solito, dà il meglio di cui è capace, impressionando con le sfumature che riesce a conferire alla sua voce, mostrando i risvolti di una fragilità a cui è impossibile rimanere indifferenti, sospesa in un limbo emotivo che appartiene soltanto a pochi. Tutta la musica circonda, quasi a protezione, la tenue interpretazione dell'artista, con gli ottimi contributi di chitarra e tastiera a ricamare ariosi sul cantato vellutato come la seta. Niente che il nostro non abbia già fatto, ma rinnova questo “già fatto” con una sensibilità melodica che contagia all'istante. Le prime vere e proprie novità cominciano a farsi apprezzare in “Tora no ko”, in cui il folk di Hata si sposa con soffici brezze estive ed elementi reggae, che rendono il brano adatto per la primavera incipiente. Solare e scanzonato, col cantautore a cimentarsi anche in un timido, quanto simpatico rap, il brano è il trionfo della gioia di vivere, un pezzo che possiede le calde vibrazioni di Mai Hoshimura del periodo “Joyful”, unendole alla propria sensibilità melodica, che appare davvero inossidabile. Si punta invece sul pedale del romanticismo nella struggente ballata “Koi no dorei”, nella quale per la prima volta la chitarra del musicista non ha un ruolo di primo piano. E' il pianoforte lo strumento principale, e sono le sue note a supportare l'andamento della canzone, non riuscendo però ad andare oltre il mero accompagnamento. Ad ascoltarlo, e riascoltarlo, si ha la sensazione che quelle successioni di note appartengano a fin troppe composizioni, così che si va a scadere nell'anonimato più totale. Meno male che Motohiro salva in corner il brano lanciandosi in una delle sue splendide interpretazioni ricche di un'intensità più unica che rara, altrimenti non ne sarebbe derivata una gran impressione. Tuttavia, resta il piacere di aver ascoltato un altro, possibile, percorso, nella carriera di Hata, con la speranza di poter apprezzare risultati ancora migliori in questa diversa proposta. Il finale (se si fa eccezione per le versioni strumentali dei primi due brani, in cui si può valutare ancora meglio la finezza del suono) è però la vera sorpresa del disco: “1/365” è una piccola perla di country-pop domestico, con il tocco del pianoforte a suggellare la dimensione raccolta e intima della canzone. Impossibile non ricordarsi del particolare approccio che adottò Fuyumi Abe qualche anno fa, quando decise di provare anche lei a scrivere un pezzo di pura americana, ma forse il nostro qui riesce a fare anche di meglio, con una buona combo batteria-chitarra a ben costruire un ritmo trascinante (per gli standard del country, chiaramente) e allegro, che attesta quanto lo spirito artistico del cantautore abbia subito un decisivo voltafaccia, alla ricerca dei tratti più piacevoli della vita.
Questo è il Hata che si vorrebbe sempre poter ascoltare; certo, vista la dimensione ridotta dell'EP ancora è presto per stabilire quali saranno i cambiamenti veri sulla lunga distanza, ma per ora, “End Roll” ne è un ottimo assaggio, da gustare a lungo e con grande godimento. Motohiro è tornato ad essere l'ottimo e convincente cantautore di sempre.
Qualità complessiva delle tracce: 8 Musica: 8.5 Voce: 8.5 Copertina: 8
8.25
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