Pochissimo si conosce della vita di Noriko Tujiko prima del suo esordio musicale. Al secolo Tsujiko Noriko (辻子紀子), la cantautrice è nata nel 1976 a Osaka, per appassionarsi alla musica da piccolissima. Voci di corridoio sostengono infatti che Noriko abbia cominciato a cantare a 3 anni, e approfondito così la propria vocazione musicale negli anni a venire. L'attrazione insostenibile nei confronti delle sperimentazioni elettroniche comincia a manifestarsi verso la fine dello scorso millennio, specie nel 1999, quando acquista il suo primo sintetizzatore e si mette all'opera per registrare il suo primo demo. I pezzi in esso contenuti andranno a costituire l'ossatura del suo album d'esordio, “Make-Up And Soldier”, adesso fuori pubblicazione, che mette subito in mostra l'attitudine alternativa della cantante. Struggenti ballate elettroniche, torturati pezzi a cavallo tra sperimentale e composizioni per pianoforte, ossessivi glitch e loop che si sorpassano senza sosta: tutto questo in un disco che subito la mette a raffronto con due grandissime del panorama musicale mondiale, ossia Kate Bush e Björk, innovatrici instancabili e padrone indiscusse del cantautorato al femminile. L'uscita del disco avrebbe dovuto prevedere anche un concerto a scopo promozionale, ma l'evento fu annullato per motivi ancora ignoti e la debuttante Noriko fu quindi costraetta a scindere il suo contratto e a lavorare per alcuni mesi in un ristorante tradizionale, specializzandosi in piatti a base di tartaruga.
La nuova occasione si presenta l'anno successivo, quando la contatta la Mego, casa discografica indipendente, che le propone un nuovo contatto. Noriko ritrova la sua vena creativa e ricomincia a comporre musica, che costituirà il suo secondo album, “Shojo Toshi”. Grazie al disco e all'accorta promozione, l'artista riesce a farsi un nome nell'ambito dell'indietronic e ad ottenere importanti apprezzamenti. La carriera da musicista oramai sembra essere la strada da percorrere per Noriko, che incide negli anni successivi vari album e riesce ad ottenere un discreto numero di estimatori anche in ambito extra-nipponico, che le offrono interessanti proposte e collaborazioni. Abbastanza nota è la sua partecipazione al progetto dell'inglese Peter Rehberg, con cui fondano il “supergroup” DACM e pubblicano un album di improvvisazioni elettroniche, dal titolo “Stéréotypie”.
Nel frattempo la musica di Noriko assume dei toni sempre più cupi e malinconici, pur presentando una patina di allegria e spensieratezza che mette ancor più in risalto l'insanabile dicotomia tra la tragicità dei suoi testi, sostanzialmente incentrati sul tema dell'abbandono e della perdita, e la voce, così ottimista e radiosa. Questo è anche l'avvio del periodo dei capolavori: dopo la fase glitch-pop di “Blurred in my mirror” e di “28”, in collaborazione con lo sperimentatore nipponico Takamasa Aoki, l'artista incide in rapida sequenza il mini-album “J e.p.”, e gli album “Solo”, “Trust” e “U”, dopo i quali si è presa una pausa dalla registrazione di nuovo materiale che dura fino a oggi, anni in cui si è trasferita a Parigi e ha cominciato a supportare attivamente la sua musica con varie date e concerti.
I percorsi musicali avviati dalla cantautrice sembrano aprirsi costantemente a nuove ispirazioni, a nuove tematiche, a nuovi stilemi, senza pausa o soluzione di continuità, forniti di un lirismo a loro solo pertinente e di un incanto in pochissimi capaci di raggiungere ed evocare. Speriamo solo che l'aura magica che pervade la musica di Noriko riesca ancora a ravvivarci e a farci emozionare!