"landmark" è il primo album di Salyu (il secondo se si calcola il progetto "Lily Chou Chou" e la soundtrack "Kokyuu" dove la cantante interpreta 9 brani con il nome d' arte di cui sopra). Prima della pubblicazione di "landmark", avvenuta nel 2005, Salyu ha fatto uscire 4 singoli: "VALON-1", "Dialogue", "Peaty" e "Suisei".
Il disco si apre proprio con la title track "landmark", che sinceramente a me non è piaciuta molto. Una canzone piuttosto anonima se si compara con le altre. L'arrangiamento del pezzo è guidato dall'uso di incessanti percussioni, e il pedante ritmo della batteria fa sì che la voce della cantante entri in secondo piano. Tra l'altro la canzone è lunga, il che rende tutto ancora più soffocante. Immaginatevi tante percussioni, una voce (bellissima) che va in secondo piano e la sensazione che la canzone sia interminabile (dato che dura quasi 6 minuti). Sfortuna vuole che anche "I Am", la seconda traccia, non sia di certo una delle più affascinanti. E' troppo lunga e ripetitiva, i suoni elettronici rischiano di annoiare e la bellissima voce di Salyu non salva dal tedio. L' atmosfera del pezzo è totalmente oscura, quando l'ascolti sembra di trovarsi in una stanza buia. Ancora una volta l'uso della batteria fa da padrone, stavolta in coppia con il synth. E' davvero difficile stare focalizzati su questa traccia, perché è davvero molto deprimente. Per fortuna (e aggiungo finalmente) arriva a salvarci "VALON-1" che è anche uscita come singolo (tra l'altro in due versioni, una cantata solo da Salyu e un'altra con il cantante ILMARI. In questo secondo caso, il pezzo è stato rilasciato con il semplice titolo "VALON"). Ovviamente, quella inclusa nell'album è la versione dove canta solo Salyu. Un bel pezzo dalle sfumature electro-pop, molto malinconico. Ricorda parecchio la sua parentesi come "Lily Chou Chou" che contraddistingue una musica elettronica dall'atmosfera molto triste. Anche se l'arrangiamento è piuttosto semplice, l'ho trovata comunque un'ottima canzone. Stavolta la lunghezza (oltre 5 minuti) non si sente per niente, non opprime l'ascoltatore. Si prosegue con"Niji no Saki", un'altra canzone che non mi ha lasciato una bella impressione. L' arrangiamento è davvero troppo semplice, il tono della canzone eccessivamente calmo e placido. E' arduo non addormentarsi dopo averla ascoltata. L'ho trovata piuttosto ripetitiva e scontata come le prime due. La quinta traccia è "Peaty", dove la voce di Salyu si fa sognante e lascia l'ascoltatore quasi a mezz'aria. Un pezzo ottimo, condito da sapienti chitarre elettriche e dall'uso del basso. A seguire "Taion", una delle mie canzoni preferite della cantante. Una ballata in pieno stile Salyu, con una parte musicale in stato di grazia, sempre merito del suo fido collaboratore Takeshi Kobayashi. Anche in questo caso i richiami a "Lily Chou Chou" si fanno sentire non poco. "UEE" purtroppo non brilla come la precedente, e ci riporta alla noia delle prime tracce. L'arrangiamento è pressoché inesistente, anche qui c'è un uso abbondante delle percussioni, ma per fortuna non come nei pezzi iniziali. Si cambia magicamente atmosfera con "Dramatic Irony", che è anche la mia canzone preferita dell'album insieme a "Taion". Il ritmo è incalzante e molto orecchiabile, fa entrare subito nella testa e nel cuore questo pezzo. L'intro è graffiante e catchy, con chitarre e percussioni che si fondono in maniera perfetta. La traccia successiva è il singolo "Dialogue", una canzone che mi ricorda i primi lavori della bravissima Björk, e a comprova di quanto detto, anche il PV di questo video è abbastanza surreale, onirico come nei primi lavori della cantautrice islandese. L'arrangiamento del pezzo è molto dolce, il canto di Salyu molto docile e a tratti sofferto, anche se si fa più "naturale" all'arrivo del ritornello. "Suisei" è la canzone successiva, forse il singolo più orecchiabile estratto dall'album. Dopo un solo ascolto infatti lo inizi a canticchiare, cosa che accade non molto spesso con le canzoni dalla cantante, che si assimilano solo dopo un paio di ascolti. In "Suisei" spopola l'uso delle tastiere sposato ad un arrangiamento piuttosto comune, ma comunque ben riuscito. L'album si conclude con "Pop" una ballata che si discosta in pieno dalla precedente traccia. Si tratta infatti di una canzone lenta, una bella ballata un po' come "Taion", anche se non ha lo stesso fascino. Il pezzo è triste, ma ci sta bene un'atmosfera calma dopo un paio di tracce più ritmate. Anche stavolta le riminiscenze con "Lily Chou Chou" sono inevitabili, periodo caratterizzato da ballate tristi e atmosfere sognanti.
Salyu sicuramente è un'artista che sa osare, che gioca con la voce e per questo ha tutta la mia ammirazione. Sicuramente il genere che ha scelto di percorrere non è quello commerciale, i suoi pezzi vanno ascoltati più di una volta e senza fretta. Per chiudere vi svelo una curiosità. Il booklet del Cd è composto da tante pagine staccate l' una dall'altra. Da un lato ogni pagina ha una foto di Salyu, mentre dall'altro lato c'è il testo. Un'idea piuttosto originale perché uno può scegliere la copertina che vuole a seconda della sua foto preferita.