Tetsuya Komuro: un nome che torna e ritorna costantemente, che non manca di far sentire il suo peso anche a distanza di anni rispetto al suo massimo picco di successo. Un uomo che ha vissuto ascese, cadute rovinose e belle ripartenze nel corso della sua vita, un uomo che ha cercato di vivere l'arte e la musica al massimo delle proprie potenzialità, ai vertici altissimi di quelle classifiche che in Giappone sono (immeritatamente) privilegio di pochi. E non ci sono dubbi, nel dare per scontati due assunti, ovvero sia che senza di lui, il pop giapponese non sarebbe stato lo stesso (se in meglio o in peggio, nessuno può dirlo con certezza), e che la sua intera vita è stata “devoluta” alla musica, al di là dei raccapriccianti scandali che l'hanno coinvolto in prima persona. Ma cominciamo dagli inizi.
Komuro nasce il 27 Novembre 1958 a Fuchu, nella prefettura della capitale, Tokyo. Ha soli 21 anni, quando nel 1979, assieme a
Takashi Utsunomiya e
Naoto Kine, compagni di scuola già membri di una band chiamata Speedway, fonda i
TM Network, la band con la quale non semplicemente muoverà i suoi primi passi in musica. Il successo del gruppo, una fusione di synth-pop duturistico sulla scia delle moderne pulsazioni lanciate dalla Yellow Magic Orchestra, prog-rock e più diretto pop-rock arriverà a un livello di influenza tale che i tre diventeranno delle icone degli anni 80 e non soltanto, finendo per essere veri e propri campioni di vendite allo scoccare degli anni Novanta. C'è però da dire che il prolifico tastierista, compositore e paroliere non se ne è rimasto semplicemente a svolgere i compiti propri della band.
Già dal 1985 infatti il Nostro si lancia in una fervida carriera in solitaria, con la quale realizza dapprima colonne sonore per anime e pellicole (celebre quella per “
Vampire Hunter D”, composta nel 1985) e pezzi per altri artisti (come
Misato Watanabe), e in un secondo momento, anche brani per se stesso, capaci di raggiungere la prima posizione della classifica e scalzare mostri sacri come Seiko Matsuda. Tuttavia, gran parte del suo lavoro, fatta eccezione l'attività per i TM Network che dopo il 1991 pubblicheranno ben poco materiale originale fino allo scioglimento del 1994, si concentra essenzialmente sulla produzione e sulla scrittura per altri cantanti e musicisti. Verso la metà degli anni '90, la sua nomea di Re Mida del pop giapponese (con svariate hit capaci di vendite impressionanti e traguardi ragguardevoli dal punto di vista del successo e dei riconoscimenti ottenuti) è una solida realtà.
Il segreto di un tale incredibile successo? Al di là del roaster impressionante di artisti che hanno richiesto i suoi servigi, e che hanno finito per lasciare un segno indelebile nella storia del j-pop degli ultimi 20 anni (si pensi a
Tomomi Kahala, a
hitomi, ai
TRF, ad
Ami Suzuki), il suo merito è stato quello di essere un produttore lungimirante e innovativo come pochi altri in Giappone. E' infatti esclusivamente suo il pregio di aver introdotto al pubblico giapponese più generalista e “casual” il fascino seducente dell'eurodance e della dance in generale. Magari non propriamente in tempo reale rispetto ad un'Europa che già guardava alla drum'n'bass e al trip-hop, ma pur sempre forte di un bagaglio sonoro nuovo e dirompente per i parametri del Sol Levante, grazie al suo contributo il j-pop si svecchia di tantissimi anni, giocando quindi con maggiore convinzione rispetto al più recente passato la carta della modernità.
La lunga serie di hit che accompagnano il suo tragitto (memorabili i 4 milioni di copie venduti col disco dell'esordio del suo progetto-band
globe, assieme a
Keiko e
Marc Panther, interessante caso di dance band generalista eppure riconoscibilissima nella sua fisionomia), la capacità di lanciare nuovi talenti anche a livello di produzione (emblematico il caso di
Daisuke Asakura, che cominciò la sua carriera proprio nel ruolo di tastierista per i TM Network), le colonne sonore che hanno fatto storia, lo pongono alla fine del secolo come la figura cardine, di maggiore spicco, dell'intero panorama pop degli anni Novanta. D'altronde, 70 milioni di copie vendute con le sue produzioni, cinque album nella top 5 della classifica Oricon non è roba da tutti: un impatto da allora mai raggiunto, forse anche irraggiungibile considerati i difficili tempi che corrono.
La carriera del produttore, allo scoccare del nuovo millennio, prosegue dunque con la stessa, impeccabile, puntualità di una macchina, accostando ad essa anche la reunion dei TM Network che da allora non si scioglieranno più, almeno fino al giorno d'oggi. Con le mani in pasta all'interno della
avex trax, pluripremiato e forte di vaste conoscenze con musicisti provenienti anche dall'estero (spicca fra i tanti il francese
Jean Michel Jarre, con il quale stringerà un sodalizio artistico dal 1998 al 2001, per la scrittura di molti brani e remix), il meccanismo funziona a meraviglia, perlomeno fino al 2007. Dopodiché, qualcosa si incrina, e l'impatto sarà devastante.
Nel 2008 infatti Tomuro viene arrestato con l'accusa di frode, per aver intascato 500 milioni di yen da un investitore localizzato a Hyougo con la promessa di vendergli il copyright dei suoi brani, quando poi in realtà questi ultimi erano già stati acquistati da terzi. A quanto è poi emerso da varie indiscrezioni, questo doveva essere un espediente per riuscire a versare gli alimenti della ex-moglie. A inizio 2009, citato in giudizio il produttore ammette il suo reato, il quale comunque gli viene poi accorciato grazie all'ammissione della sua diretta implicazione nell'affare e alla restituzione del denaro avvenuta con rapidità, anche grazie al contributo di Max Matsuura, il quale poi ha dichiarato di aver comunque tenuto Tomuro nella sua compagnia, in una posizione che avrebbe comportato il suo diretto controllo. Non è poi così strano quindi, che per l'a-nation del 2009, il Nostro compaia a sorpresa sul palco a interpretare alcuni dei suoi più conosciuti successi al pianoforte e a suonare assieme ai restanti membri dei globe. Il rinnovato slancio conseguente alla sentenza del tribunale gli ha quindi consentito di ritornare in gran stile e di prestare ancora una volta il suo tocco inconfondibile alle creazioni di vari artisti (difficile non citare “
Love songs” di
Ayumi Hamasaki, interamente composto da lui, o il suo contributo a un singolo degli
AAA).
Al di là delle brutte faccende giudiziarie che l'hanno interessato, Tetsuya Komuro è la più importante personalità del j-pop intero, almeno per come lo si conosce e si apprezza noi negli ultimi 20 anni. Impossibile anche solo provare a dimostrare il contrario.