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Yasuha Kominami
recensioni
Coperdina di Usotsukizumu - Yasuha Kominami
Usotsukizumu
Mini-album pubblicato il 23 Maggio 2012

Terzo mini-album per Yasuha Kominami, e primo dopo l'approdo alla Toshiba/EMI, è una miscela di umori punk, gradevolezze pop-rock, e momenti di grande tensione sperimentale. No è noto se il disco, promosso dal video registrato per “Usotsuki to Salvador”, abbia stazionato in classifica oppure no.
653 click, un solo voto degli utenti
di zefis90
Pubblicata il 20 Settembre 2012
Riproposta ed aggiornata il 29 Settembre 2012
Non me ne voglia nessuno, ma tra starlette varie senza arte né parte, idol nuove ogni settimana, enormi palloni che si sgonfiano con uno spillo piccolo così, qualcosa di veramente bello nel j-pop attuale è difficile da trovare. E' un enorme soddisfazione pertanto, quando giovani talenti, con alle spalle una discreta dose di gavetta (non che questo sia necessariamente determinante) riescono ad emergere, a portare avanti un disegno personale, a fabbricare i pilastri di una carriera solida e stabile. Yasuha Kominami risponde appieno alla definizione, ed è il nome nuovo da seguire, tra i molti che stanno emergendo ultimamente. Punk-rocker d'assalto, sensibile cantautrice, sperimentatrice coraggiosa e oltraggiosa: mille anime si incontrano, combattono tra di loro, e infine plasmano, in grande spolvero, i sette brani di “Usotsukism”, uno dei rarissimi casi al mondo in cui l'approdo ad una major invece che semplificare, intensifica la ricerca e l'attività di approfondimento dell'artista. Arrivata ad incidere per la EMI, la giovane musicista è più che mai libera di volgere la sua attenzione dove più le pare e piace, senza porsi limitazioni che ne frenino l'estro. E se non poche volte fa capolino il totem di Ringo Shiina, la “mamma” che probabilmente l'ha avviata ed educata alla musica e alla composizione, è certo che il talento di Yasuha la porterà molto lontano.

Una scarica di schitarrate e siamo subito pronti per cominciare: “Usotsuki to Salvador” (traccia promozionale del mini-album) è una botta di adrenalina punk come non se ne sentivano da tempo. Ritornello incalzante, strofe grintose, un canto che ricorda un po' una bambina arrabbiata e un po' una rocker invecchiata (e il rimando alla Shiina, anche in questo caso, è inevitabile), e avete la ricetta del singolo perfetto, da cui lasciarvi accompagnare, anche nel caso vi manchi un po' la voglia di fare. Con un'attitudine sbarazzina e un immaginario ricchissimo (il video è davvero spettacolare, per quanto sia stato realizzato con poco), il brano è la migliore introduzione possibile al lavoro. Si prosegue, con un altro concentrato di potenza, stavolta virato verso un pop-rock leggermente più lineare e preciso, in “Reportage seishinbyoutou”, che pare proprio essere la continuazione maggiormente melodica del pezzo d'apertura. Anche se non manca pure qui una struttura insolita e un uso vocale meritorio (seppur troppo squillante), il brano fila dritto che è una vera goduria, macinando secondi su secondi con un'energia davvero ammirevole. “Waraningyou uri no shoujo”, già uscita oltre un anno fa in un singolo distribuito esclusivamente ai live, è la prima traccia ad abbandonare parzialmente i toni vibranti dei due precedenti brani, e esplora il lato più romantico e introverso dell'artista. Ballata da sei minuti scarsi, attacca con una lunga introduzione più incentrata su pennellate acustiche e morbidi vocalizzi a ritmo di valzer, per poi prendere piano piano forma con un arrangiamento più corposo e stratificato, perfettamente allineato al disegno rock dell'intero progetto. Vispa, pungente, ma anche capace di un innato romanticismo, la cantautrice supera bene la prova scivolosa del brano midtempo. E' con “Kousoku road” che si affrontano percorsi nuovi, e a loro modo, anche alquanto insoliti; non si sfugge mai troppo dalle briglie della Mela di Fukuoka, ma il giro di tango su cui si impernia il brano è indubbiamente tra le cose più interessanti ascoltate negli ultimi tempi. Tango si diceva, ma non soltanto: l'introduzione in odore di noise, le cascate di note al pianoforte che cozzano con la sensualità spiccata del ballo argentino (e non si è lontani da certe arditissime sperimentazioni dei Rip Rig & Panic, band inglese di inizio anni '80), vengono qui ad essere frullati e sputati con un'urgenza del tutto atipica, affascinante ma al contempo tenebrosa. Il rock jazzato e innervato da bassi poderosi e immaginifici di “Nounai fraction” ci permette di andare avanti in un discorso musicale cangiante e variopinto, in cui creatività è l'unica parola d'ordine nota. Anche se la parte vocale talvolta rasenta il fastidioso, con certe grattate che dovrebbero essere curate maggiormente (per quanto creino l'attitudine eccentrica del personaggio che la Kominami si è costruita), il brano si divide bene tra momenti di pura esplosione sonora e rocambolesche evoluzioni melodiche, distribuendo in modo fluido e organico tutti gli elementi di cui è provvisto. La vera rivelazione dell'album, dal punto di vista del potenziale squisitamente commerciale, è però “Kandokuchuuaku”, che porta lo stesso nome dell'EP che ha preceduto quello adesso recensito. Un groviglio di impulsi elettrici e lanciatissimi fungono da preambolo ad una traccia power-pop irrefrenabile ed emotiva al massimo, carica di ardore e speranza, ricolma di una smania a cui non si riesce ad opporre la benché minima resistenza. Anche qui, compare il solito problema vocale, che ben s'evidenzia nelle ascese del ritornello, il lavoro delle chitarre e del resto dello spettro sonoro riesce comunque a non far sembrare più fastidiose del dovuto le stecche di Yasuha, ma anzi a dare quel tono ribelle che ben si abbina al resto. Brano eccellente. La conclusione purtroppo non è delle migliori, ma non è certo un problema di cui preoccuparsi particolarmente. Anche in “Otona no uta”, registrata in un'inedita “versione nuda”, si ripresentano le medesime smaccature vocali, che specialmente in chiave unplugged risaltano come non mai. E dire che la melodia sarebbe davvero valida, il rimaneggiamento acustico ben sortito, poteva benissimo venir fuori un brano molto valido, e invece rimaniamo lì, in un limbo da cui si sembra non poter o voler uscire. Una piccola caduta, che tutto sommato non preoccupa.

Ancora è presto per vedere quali possono essere i futuri sviluppi di un talento simile. Certo, bisognerà capire d'ora in poi quanto saprà liberarsi da facili paragoni e metterci davvero di suo, ma per adesso, la strada è tutta spianata davanti a lei. Brava Yasuha!
Qualità complessiva delle tracce: 8
Musica: 8
Voce: 7
Copertina: 8
7.75
Media dei voti degli utenti: 7.5
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Opinioni sul disco ''Usotsukizumu''
#01
Akemi
Voto: 7.5
mail
grazie a questa recensione ho conosciuto una nuova artista coi fiocchi! dato che mi piace bjork non ho avuto difficoltà ad apprezare lo stile di yasuha, diverso dalle cose che si sentono di solito, è un'artista speciale.
2012-09-21 10:38:46
 
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