Yuzu (ゆず):
Yujin Kitagawa (北川悠仁): Leader.
Koji Iwasawa (岩沢厚治)
La storia degli
Yuzu è una di quelle che in Giappone avvengono con naturale regolarità, ma che nonostante ciò continuano a sorprendere per la fatata freschezza che le accomuna, per quella delicatezza a cavallo tra sogno e realtà, che non finisce di destare, per quanto piccolo possa essere, un senso di meraviglia, quel fascino per le piccole cose di cui spesso ci si innamora senza riserve. Una storia come tante, che è finita con il diventare qualcosa di ben superiore, un'avventura che ha saputo durare nel tempo e mantenersi qualitativamente costante, al di là delle mode e dell'avvicendarsi dei nuovi volti.
E come è partita quest'avventura, come ha avuto il suo inizio? Come in tante altre occasioni, la reciproca conoscenza tra i banchi di scuola è stata la causa determinante: sarà proprio in quell'ambiente che prenderà origine l'idea prima attorno agli Yuzu, il nucleo scatenante da cui tutto trarrà spunto. Certo, ancora si era lontani anche solo dall'impostare la band com'è strutturata attualmente, ma
Yujin Kitagawa e
Koji Iwasawa avevano sin da allora le idee chiarissime a loro riguardo: sarebbero diventati musicisti, anche a costo di partire con una gavetta massacrante. Ed è nel 1997, nella loro Yokohama, quando ancora i due si fanno chiamare Lights, che il tutto prende avvio: sì, lo scenario sono le strade, e la loro musica fa ancora un po' di fatica a rendersi popolare, ma basta questo affinché i due vengano messi a strettissimo giro di ruota sotto contratto. Nello stesso anno, e con il cambio di nome definitivo (che deriva da un agrume proprio dell'Estremo Oriente) i due pubblicano il loro primo EP sotto una sussidiaria della
Toy's Factory, etichetta che da allora non hanno mai abbandonato. Una coerenza e una confidenza nelle proprie qualità che da allora continua ad avere del mirabile, specialmente se si considera anche l'appetibilità che il duo si è saputo conquistare nel tempo senza disperderla al vento.
Dopo una prima tranche di anni in cui si consolida il nome del duo nei circuiti alternativi, grazie anche a una formula prevalentemente in acustico che si staglia negli anni dominati da Tetsuya Komuro e dalla seconda ondata di band visual-kei, è dal 2000 in poi, all'altezza dell'uscita del disco “
Tobira”, che arriva il vero e proprio successo e i riconoscimenti di grande livello. Una fatica ben ripagata da un pubblico oramai arrivato ad abbracciare l'intero territorio nazionale, con vendite di grande significato (“
Yuzuikka”, loro disco di debutto, finirà poi per rimanere in classifica per ben 17 mesi, arrivando a sfiorare le 900,000 copie), ma che porterà i due a interrompere per due anni il loro percorso musicale. Il tempo di ricaricare le batterie e di ritrovare un po' di ispirazione, e il periodo che corre dal 2002 al 2004 li vedrà protagonisti di tre album e un notevole numero di singoli, che ne confermeranno tutto il peso come personalità di spicco del nuovo pop giapponese.
Naturale che, dopo un numero così imponente di uscite per gli standard del mercato musicale nipponico, arrivino anche i primi best, a consolidarne tutta la notorietà e l'impatto tutt'altro che transitorio. Da lì in poi, i Yuzu diventano quasi una sorta di istituzione del pensare indipendente giapponese: tra pezzi destinati a colonne sonore, e collaborazioni con calibri grossissimi come Joe Hisaishi, il loro percorso non ha conosciuto che successi di ogni tipo. Un cammino che comunque prosegue all'insegna di una solidità e una fierezza uniche, di una forza che non conosce ostacoli. La certezza è che li vedremo pubblicare ancora per molto, molto tempo....