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A cura di Zefis90, aLz
Tono: I ST. WWR sono un gruppo rock giapponese deciso a dare un'impronta diversa al genere visual-kei. Amiamo definire il nostro stile come "fantasy hard-rock": il significato di tale definizione consiste nel fatto che il nostro obiettivo è quello di trasportare l'ascoltatore in un mondo diverso, in una dimensione fantastica attraverso la quale descrivere quello che sta succedendo nella realtà . Il taglio della nostra musica pertanto, è molto cinematografico, e vogliamo proprio far sì che l'esperienza uditiva conduca chi ci ascolta quasi come se rivivesse la sequenza di un film. E non a caso: tutti e 4 i membri della band, parallelamente al loro impegno musicale, sono estremamente creativi anche in altri ambiti. Saki, oltre che essere la cantante del gruppo, è anche un'attrice. Kuniya, il nostro chitarrista, è un ingegnere e architetto del suono. Hiro, oltre a suonare il basso, lavora pure come graphic designer. Io invece, sono presidente di una ditta responsabile di web-planning e promozione attraverso la rete. Noi abbiamo voluto quindi sin da subito differenziarci da altre band che propongono un visual-kei più tradizionale. Si parte spesso e volentieri dal presupposto di farsi una solida fan base prima in Giappone e poi all'estero, ma noi abbiamo voluto compiere il processo a ritroso, ovvero, esordire dapprima fuori dalla madrepatria, per dimostrare che c'è interesse vivo pure all'estero. TokyoNoise: Di fatto, collegato proprio a quanto detto da voi, anche sulla vostra pagina web, vi descrivete come una band che vuole raccontare storie magiche e misteriose. Da cosa traete le esperienze per i vostri testi? C'è qualcosa di particolare che vi ispira? Saki: Sicuramente, ciò che mi influenza per scrivere le liriche delle nostre canzoni è guardarmi intorno, percepire tutto ciò che mi circonda. E dalla città in cui vivo, Tokyo, traggo tutti gli elementi necessari a scrivere i miei testi. TokyoNoise: La vostra immagine è particolare, decadente, ma al contempo, dotata di un'eleganza non sempre riscontrabile in band visual. E' stato un vostro intento differenziarvi anche sotto quest'aspetto sin da subito? Tono: Come già detto, noi siamo persone estremamente creative, quindi, sì, abbiamo sin da subito percorso una ricerca che ci permettesse di distinguerci anche sotto questo ambito. Volevamo che la nostra passione per il cinema influisse su tutti gli aspetti del nostro gruppo, quindi non soltanto la musica, ma anche la nostra immagine, e i nostri video. TokyoNoise: Cosa ne pensate della scena visual attuale? Siete contenti che ci sia un interesse sempre crescente verso la musica giapponese anche all'estero? Tono: Il fatto che il visual-kei, uno stile musicale, e non soltanto, tipicamente giapponese, si stia diffondendo a macchia d'olio in tutto il mondo, diventando sempre più popolare, e per noi motivo di grande gioia. E' una cosa fantastica, e confidiamo che la musica del nostro Paese venga sempre più apprezzata all'estero. TokyoNoise: Infine, quali sono i vostri progetti per il futuro? Un album? Continuare coi concerti all'estero? Tono: La cosa a cui puntiamo è cercare di portare la nostra musica, quanto più possibile, all'estero, e farla conoscere ad un pubblico sempre più grande. Non vi è dubbio che vogliamo lavorare anche per la realizzazione di un album, ma per un progetto simile vorremmo collaborare con un team di artisti non strettamente correlati all'ambito musicale, ma che possano comunque darci una mano in modo da elaborare un lavoro che oltre alla musica, coinvolga anche altri aspetti. Ci piacerebbe collaborare con mangaka, ideatori di anime, ma anche registi, in modo da ottenere una produzione più variegata e sfaccettata. Sarebbe un'esperienza davvero favolosa! L'intervista, ha messo in evidenza un lato del Giappone che finalmente sta cominciando ad emergere con una forza molto più imponente rispetto a qualche anno fa: dove fino ad ora il mercato musicale nipponico ha sempre teso a chiudersi in un embargo di autosufficienza espressiva, limitandosi a sparute comparsate nel resto del mondo, ora sono proprio gli stessi artisti a sentire il bisogno di uscire da uno schema così rigido e fagocitante, alla ricerca di nuovi stimoli e interessi che non faranno altro che ampliare i loro orizzonti. E per la puntualità delle risposte date dai ST.WWR, non si può che ringraziarli di aver voluto puntare sin da subito sull'ostico, ma senza dubbio stimolante, mondo musicale occidentale. P.S.: I dovuti ringraziamenti vanno ad Erika Rossi dell'associazione Ochacaffé, senza la quale quest'intervista non sarebbe mai stata resa possibile. Sito ufficiale degli st.WWR. Sito ufficiale di Ochacaffè - Associazione Italia Giappone. |