L'Utada United è il primo ed effettivo tour organizzato da Utada Hikaru, dopo le avventure con l'Hikaru no. 5 al Budokan eseguito per i cinque anni dal suo debutto.
L'Utada United ha preso piede durante l'estate del 2006, dopo l'uscita dell'attesissimo ''ULTRA BLUE'', e ha riunito i molti fans sparsi per il Giappone che aspettavano quest'evento da molto tempo.
La setlist presenta diversi nuovi hit presi anche dall'ultimo album uscito, come ''Passion'', ''This Is Love'' e ''Be My Last'', a cui sono state mischiate le tracce più particolari di ''Exodus'' e le canzoni più famose dell'artista, come ''COLORS'' e ''Letters''.
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Il DVD dell'Utada United si apre con l'interlude ''
Crossover'' di ''Exodus'' in cui vediamo in video la copertine di ''ULTRA BLUE'' trasmesso sullo schermo gigante. La prima canzone ad aprire il tour è la particolarissima ''
Passion'', una delle protagoniste assolute di tutto il concerto. Appare infatti come un mix fra la
single version e la
after battle versione. Inizia come quest'ultima, quindi accompagnata principalmente da piano e con una melodia che richiama molto le ballate. Al secondo ritornello il tutto esplode causando le urla del pubblico, divenendo quinti la single version. Le chitarre elettriche tengono un ruolo importantissimo, dando ritmo e fluidità alla melodia che risulta incredibile grazie anche al battito continuo della batteria.


La situazione si movimenta un po' con la bella ''
This Is Love'', dove colori e cambiamenti di scena si presentano ad abbellire la scena dietro Hikaru. La canzone è piuttosto difficile ed impegnativa, ma l'artista riesce comunque a far fronte al meglio a questa prova, muovendosi ed interagendo col pubblico.
Dopo due canzoni prese dall'album uscito nel 2006 passiamo a ''
DEEP RIVER'' con ''
traveling'' ed il suo PV sugli schermi giganti.

Iniziamo quindi una sorta di allegria che verrà ripresa anche con ''
Movin' on without you'' subito dopo, pescata dall'album ''
First Love. Troveremo una Hikaru discretamente scatenata che passeggerà sul palco rivolgendosi ai suoi spettatori.

Cambiamo scena tornando a ''DEEP RIVER'' con ''
SAKURA DROPS'', che riporta la calma lasciando alle immagini in sfondo l'emozione da trasmettere.

L'energia prende a diminuire sempre più, e passiamo alla dolce e malinconica ''
FINAL DISTANCE'', inizialmente accompagnata solamente dalla chitarra classica che metteva in primo piano la voce dell'artista.
Le ballate continuano a far da padrone, e dopo un breve colloquio con il pubblico, Hikaru si cimenta nella sua hit ''
First Love'', che ha in qualche modo confermato il successo sempre più grande che la cantante ha riscontrando nei primi anni di carriera.
Cambiamo completamenta atmosfera dopo una piccola pausa seguita da una presentazione con la voce della cantante. Sugli schermi giganti vengono proiettati demoni con tanto di strumenti ad arco, che avviano la sequenza protagonista di tutto il tour: quella di ''
Exodus''.

Iniziamo con ''
Devil Inside'', dove anche con le seconde voci registrate, la frustrazione rivelata dal testo della canzone viene trasmessa egregiamente. La telecamera viene cambiata molto spesso, in modo da dare un senso frenetico, finché, dopo una stupenda performance degli strumenti, passiamo alla particolarissima ''
Kremlin Dusk'', dove Hikaru ci mostra tutte le sue potenzialità canore, riuscendo con delle scale particolarmente difficili.
L'esplosione avviene grazie alla miscela di chitarre elettriche che sanciscono la fine di ''Kremlin Dusk'' e l'inizio della stupenda ''
You Make Me Want To Be A Man'', che coinvolge letteralmente il pubblico. L'energia è indescrivibile, e il potere emanato dai tamburi, purtroppo registrati, dona un'atmosfera surreale.
Tolto il soprabito nero e bianco, Hikaru si ripresenta sul palco con un vestito rosso e la canzone che ha sancito il suo ritorno nel 2005 nel mondo della musica giapponese: ''
Be My Last''. Di questa, abbiamo avuto diverse versioni, fra cui quella al
Bokura no Ongaku dove la cantante era accompagnata da diversi strumenti orchestrali. Qui, il violoncello è l'unico accompagnamento, che purtroppo a volte sottolinea la fatica con cui l'artista raggiunge le note più difficili.

Affiancate il piano al violoncello, ed otterrete ''
dareka no negai ga kanau koro'', la cui dolcezza riesce in qualche modo a sovrastare la stanchezza che comincia ad affiorare nella voce di Hikaru.
Continuamo con lo stile delle ballate, e dopo la modifica a ''Be My Last'' ne troviamo una anche in ''
COLORS'', che si adatta allo stile dolce e malinconico delle altre due canzoni. Sicuramente, non ritroviamo l'energia e la perfezione che il live all'Hikaru no. 5 aveva raggiunto.

Lasciamo il trio per riprendere un po' di ritmo dopo un altro colloquio con il pubblico, grazie a ''
Can You Keep A Secret?'', che di nuovo coinvolge letteralmente gli spettatori, visto il grande successo che il singolo ha avuto. La voce dell'artista sembra riprendersi ed adattarsi molto meglio allo stile scelto.
Dopo la successione spettacolare delle canzoni di ''Exodus'' è il turno delle hit, e proseguiamo infatti con ''
Addicted To You'' le cui variazioni sono naturali e ben fatte. L'unica pecca é la mancanza di fiato che spesso fra strofe e ritornelli dona difficoltà.
Proseguiamo su questo stile con la bella ''
Wait & See ~RISK~'', in cui le chitarre elettriche sembrano proprio vibrare e dare un'energia inimmaginabile. Dopo un'ora e mezza di concerto però, lo scenario è sempre lo stesso, ed il palco appare piuttosto vuoto e monotono con solo Hikaru ed i musicisti alle sue spalle.
Superato il terzo talk, si passa alla dolce ''
Letters'', per poi passare all'attesissima ''
Keep Tryin''' e tornare quindi ad ''ULTRA BLUE''. Di nuovo si sente il potere che avevamo incontrato ad inizio live, grazie soprattutto al senso della canzone ed alla sua melodia spensierata ed allegra. La fine si rivela ancora più energetica ed irrisistibile.
Ultima pausa e cambio di vestiti per dare poi spazio alla storica ''
Automatic'', in cui la voce della cantante appare più riposata e riesce a portare di nuovo allegria.
''
Hikari'' aveva aperto l'Hikaru no. 5, e questa volta invece fa da conclusione all'Utada United, portando dolcezza, calma e festa per il bel live che l'artista è riuscita a tenere.

La setlist ha un potenziale incredibile, anche se alcune canzoni d'inizio carriera potevano essere rimpiazzate da altre tracce di ''Exodus'' o di ''ULTRA BLUE''. ''Be My Last'' e ''COLORS'', comunque, sarebbero riuscite meglio se al loro stato originale. ''Passion'', come apertura, è stata senz'altro mozzafiato. I fans di Hikaru Utada sicuramente apprezzeranno il prodotto e canteranno con lei le sue melodie, ma chi non è molto familiare con questa Regina del J-Pop, troverà il tutto in sé leggermente monotono e ripetitivo per quanto riguarda la scena.
Comunque, aspettiamo ansiosi altri tour in futuro, per ora, un bel 8.5 all'Utada United.