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immi
recensioni
di Bobby Drake
Pubblicata il 28 Dicembre 2009
Prima di trasformarsi in immi e di abbracciare l’electropop, Mayu Nakazawa era un’artista pop dalle varie influenze: alternative, blues, lounge, rock, R&B e funky. STEP INTO MY HEART è il primo album, realizzato sotto la Universal Music Japan, con cui Mayu si è fatta conoscere tra il pubblico giapponese. Il disco nel complesso non è un lavoro fatto male, solo che le tracce sono tutte piuttosto spente e non riescono a rimanere nella testa dell’ascoltatore che si dimentica molto brevemente cosa ha ascoltato.
Ad aprire il disco ci pensa una breve Intro di un minuto in cui si sente una batteria che accompagna la voce di Mayu mentre emette qualche suono senza parole. Prima vera traccia dell’album è I wanna let you know ~Ai no Michijun~, un brano pop molto anni ’90. Il ritmo è piuttosto veloce e risente di una lieve influenza R&B vecchio stile poiché la base musicale è creata con suoni piuttosto ritmati ma molto calmi e pacati. Ben strutturato ma dalla poca personalità, questa traccia fa presto a sparire dalla mente di chi ascolta poiché non ha nessun punto di forza. Dalla vena più blues è FUNKY FLUSHIN', un ottima canzone energica e vecchio stile che tanto piace. Il ritmo è incalzante, la base musicale colorata, energica e la voce di Mayu è dolce e molto delicata anche se piena di forza. Allegra e vivace, FUNKY FLUSHIN' è un ottimo brano che sembra quasi uscito da un qualche jazz bar americano anni ’90. Dalla vena invece rock acustica è Coming to Another World, una traccia in cui Mayu si è voluta imbattere nel soft rock riuscendoci discretamente bene. Le chitarre elettriche e la batteria accompagnano con maestria la parte vocale che però risulta essere piuttosto piatta e poco energica. Sarebbe stato forse meglio se l’artista avesse cantato con più forza e rabbia. Stay è invece una traccia dalla forte influenza R&B in cui la cantante si destreggia strofe piuttosto veloci ma sempre molto pacate. Il brano annoia però dopo poco poiché gli manca il brio e l’energia che un brano R&B anni ’90 dovrebbe avere. NOT ONE OF US è invece un’ottima traccia a medio tempo, dolce e delicata al punto giusto. Il ritmo del brano è lento e pacato nelle strofe, ma si fa più veloce ed incalzante nel ritornello, nel quale Mayu porta in alto la sua voce sostenendola e rendendola molto potente. Magistrale è l’accompagnamento della chitarra acustica per tutto il pezzo, che dona una vena quasi country al tutto. It's you ~Interlude~ è un breve intermezzo musicale in cui manca del tutto la parte canora e in cui si sente una base ritmata che accompagna uno strumento a fiato. Il pezzo serve per introdurre il brano It's you che copia spudoratamente il ritmo e la base musicale del precedente pezzo Stay, risultandone quindi una noiosa e ripetitiva copia. Molto più interessante è Destination -Album Version- un pezzo pop piuttosto lento con una base musicale rock acustica che gli dona un ritmo piuttosto intrigante e affascinante. Le chitarre elettriche si fanno spazio nel pezzo e accompagnano con maestria la voce dell’artista che si fa piuttosto sottile ma molto potente. Changes è uno di quei vecchi brani anni ’90 che tanto andavano di moda. La base musicale presenta suoni cupi, bui tipici dell’R&B di quegli anni che accompagnano, quasi sovrastando, una parte canora piuttosto scarna e ripetitiva che però colpisce subito. Con questo pezzo sembra quasi che Mayu abbia voluto fare un omaggio al pop degli inizi degli anni ’90. Step into my heart -Album Version- è un noiosissimo, quanto ripetitivo pezzo pop troppo simile ai precedenti e troppo scontato nella base musicale e nella scelta del ritmo. A chiudere l’album ci pensa Hokano dare demo nai Anata wa una lenta ballata pop che annoia fin dai primi secondi di ascolto. La base musicale è troppo lenta e sembra quasi che la canzone non voglia iniziare mai proprio perché i suoni si trascinano tra loro e la parte canora è fiacca e pretenziosa. Come primo album per farsi conoscere tra il pubblico di sicuro questo STEP INTO MY HEART non resterà nelle menti né nei cuori dei Giapponesi che si saranno già scordati di questo prodotto. Il disco è ben strutturato poichè sperimenta vari generi, ma le tracce alla fine risultano troppo simili tra loro dato che hanno poca energia e poco spirito, sembrano quasi essere state realizzate nell’arco di un quarto d’ora. Per fortuna che l’artista si è decisa a diventare immi poiché come Mayu Nakazawa non si sarebbe di sicuro fatta notare tra i Giapponesi, soprattutto dopo un album ripetitivo e piuttosto banale come questo. Qualità complessiva delle tracce: 6.5 Musica: 5 Voce: 7 Copertina: 7
6.38
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