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the GazettE
recensioni
di artsnrock85
Pubblicata il 04 Novembre 2009
Riproposta ed aggiornata il 04 Febbraio 2010
A due anni dal fortunato "Stacked Rubbish", le aspettative erano alte rispetto a questo nuovo lavoro dei GazettE, ormai diventati un punto fermo della nuova scena visual giapponese.
Il concetto di fondo su cui è stato sviluppato l'album lo ritroviamo appunto nel titolo, "DIM", ovvero "assenza di luce, oscurità". Fonte principale d'ispirazione per testi e musica sono come sempre le notizie di ogni giorno che scorrono in TV, in particolare la cronaca nera.
L'album si apre con un pezzo strumentale, "Hakuri", ottima introduzione all'atmosfera oscura che ci accompagnerà per tutto il disco. Il mix di chitarre acustiche, basso appena accennato ed elementi orientaleggianti ci fa intuire cosa potremo aspettarci dalle tracce successive.
"THE INVISIBLE WALL", brano di cui è stato fatto il PV per promuovere l'album, colpisce per il ritmo variabile e alcune sorprese qua e là nei primi due versi. L'efficacissimo lavoro di batteria, liscio, preciso di Kai supporta splendidamente la parte vocale di Ruki e la melodia scandita da coinvolgenti riff di chitarra elettrica.
Le energiche note del basso di Reita ci introducono "A MOTH UNDER THE SKIN", per poi fondersi con le chitarre distorte e risaltare da solo in altre parti del pezzo, che risulta molto ritmico nel suo insieme. La voce di Ruki è arricchita da un elemento femminile nel ritornello.
I fan della band conoscono già molto bene "LEECH", uscito in precedenza come singolo, un brano molto aggressivo e allo stesso tempo orecchiabile, ri-arrangiato in modo impeccabile, in cui la batteria di Kai è un tutt'uno con la parte melodica.
"Nakihagara" è la traccia più lunga dell'album, oltre 7 minuti, e una di quelle che rimangono più impresse a mio parere. Una ballata con variazioni di ritmo qua e là, il cui impianto melodico si costruisce gradualmente col progredire dei versi. Viene usato anche il koto, strumento tradizionale a corda, che ci introduce a un ritornello venato di malinconia, seguito da un duello di basso e batteria. La voce di Ruki varia da parole sussurrate a un tono dolce e allo stesso tempo angosciato, concludendo la canzone come se si stesse ascoltando un vecchio vinile.
"Erika" è un interludio strumentale che dà la sensazione di camminare in una vecchia casa infestata o comunque in un ambiente sinistro.
"HEADACHE MAN", b-side del singolo "DISTRESS AND COMA", non è stata ri-arrangiata, essendo relativamente recente; è un brano di impatto, in puro stile GazettE, che bisogna sicuramente sentire dal vivo per apprezzarne pienamente la carica emotiva.
"Guren", ballata già uscita in precedenza come singolo, è uno dei pezzi più belli del disco ed è stata ri-arrangiata con variazioni riprese dalle esibizioni dal vivo.
"Shikyuu", altro interludio strumentale, contraddistinto da un pianto di bambino distorto, abbastanza angosciante.
"13STAIRS [-] 1" è la traccia più particolare e sperimentale dell'album. Un inizio lento, contrassegnato da chitarre distorte, lascia il posto a un ritmo incalzante sorretto dal basso di Reita e ripetute parti urlate dagli altri membri della band, mentre le parti di chitarra seguono linee insolite, così come la distorta parte vocale.
"DISTRESS AND COMA", ultimo singolo in ordine di tempo prima dell'uscita del disco e quindi non ri-arrangiato; altra canzone degna di nota, un mix ben calibrato di aggressività e malinconia, uno dei loro pezzi più riusciti.
"Kanshoku", penultimo interludio strumentale, ci suggerisce un cambiamento di umore e ritmo, che si realizza nella traccia successiva, "Shiroki Yuutsu": un intro con ritmiche r'n'b, da cui scaturisce una melodia orientaleggiante, che successivamente intreccia chitarre acustiche e violini; solo con l'assolo sentiamo la chitarra elettrica. Un pezzo molto rilassante, anche per quanto riguarda la parte vocale, a tratti sussurrata; nell'insieme ci ricorda un altro bellissimo brano scritto per "NIL", ovvero "D.L.N.".
"IN THE MIDDLE OF CHAOS" ha un riff trascinante e risulta essere forse il brano più orecchiabile dell'intero disco. Molto efficaci sia la batteria che la chitarra, di chiaro stampo metal, anche se rispetto agli altri brani manca un po' di originalità.
Con "Mourou" si concludono gli interludi strumentali, forse un po' troppi, ma comunque funzionali ai cambiamenti di mood tra un pezzo e l'altro.
"OGRE" è chiaramente una canzone concepita per le esibizioni dal vivo, in cui la band si può apprezzare al massimo delle sue potenzialità. Ritmo forsennato, chitarre pesanti, molto urlata; potrebbe ricordare "THE $OCIAL RIOT MACHINE$", contenuta in "DISORDER".
L'album si chiude con "DIM SCENE", che ha dato anche il titolo al tour promozionale; un violino fa da sfondo a un pezzo struggente, malinconico e dark, con chitarre e batteria incisive e la voce di Ruki è molto espressiva ed emozionante. Un brano perfetto per chiudere il disco.
Nell'insieme si può dire che la band stavolta ha prestato molta attenzione ai dettagli, anche ri-arrangiando dei pezzi già pubblicati in precedenza, secondo quello che volevano per quest'album, invece di inserirli già com'erano per riempire gli spazi. Nonostante le canzoni si differenzino per mood e ritmo, c'è un'omogeneità di fondo che rende l'ascolto scorrevole. Ma viene da chiedersi se questo disco possa stare in piedi senza i singoli usciti precedentemente. Per quanto riguarda le composizioni delle canzoni, a volte si avverte una sensazione di ripetitività, ma è difficile da dire; i membri hanno dichiarato in varie interviste che per quest'album si sono sforzati di mettere insieme i propri diversi stili compositivi. Forse avrebbero potuto osare di più, ma non possiamo non notare quanto il loro stile sia maturato e si sia raffinato dai tempi di "Disorder". Per quanto riguarda i testi, ci sono molti pezzi in inglese, ma senza booklet alla mano sarebbe forse difficile dirlo, basandosi sull'acerba pronuncia di Ruki. Ma non gliene faccio una colpa, in fondo è nella media giapponese, anche se ci si aspetterebbe uno sforzo maggiore da un artista molto ascoltato anche all'estero. Forse si sarebbe potuto togliere qualche interludio strumentale e fare una o due canzoni in più, ma devo dire che essi sono abbastanza funzionali per i vari cambi ritmici e il mood generale del disco. In conclusione, è un album che può suscitare pareri contrastanti tra i fan di vecchia data del gruppo, mentre per quelli nuovi potrebbe risultare di più facile ascolto rispetto ai precedenti, perché per la prima volta c'è un concetto solo che lega tutte le tracce tra di loro. Ma il livello rimane pur sempre alto e come sempre i GazettE non mancano di farci emozionare ancora una volta.
Il DVD contenuto nella Limited Edition dura circa mezz'ora e ci mostra traccia per traccia il lavoro fatto dalla band in studio. Una vera chicca, soprattutto per i fan di lungo corso.
Qualità complessiva delle tracce: 8.5 Musica: 8.5 Voce: 9 Copertina: 9 Copertina Limited Edition/First Press: 10 Booklet: 8 Contenuti DVD: 9 Qualità PV a-side: 8.5
8.81
Media dei voti degli utenti: 9.13
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Ale
Voto: 10
mail
Complimenti, bellissima recensione.
All'incirca sono d'accordo con te!
2009-11-04 15:27:24
#03
ryuga
Voto: 8
l'ho regalato alla mia amica dopo averlo trovato casualmente in un negozio in centro a Lucca,quindi l'ho sentito solo una volta:l'atmosfera dark è molto sentita,e il violino in dim scene è molto influente su quest'aspetto. sono perfettamente daccordo col fatto che ci siano troppi intermezzi:dopo un'ora di ascolto gli ultimi intermezzi li saltavampo direttamente,e comunque non ho ascoltato interamente gli altri dischi,ma nel complesso dim pè un bell'album...per il momento però forse preferisco comprare NIL o DISORDER...mi consigliate di andare in ordine cronologico?
2009-12-27 22:59:51
#04
Lu
Voto: 9.5
http
mail
Bellissima recensione, concordo sul fatto che ruki potrebbe fare qualcosa per migliorare la sua pronuncia inglese, però alla fine sono rimasta picevolmente sopresa dal live, pensavo che lî sarebbe peggiorata ancora e invece mi sbagliavo, quindi forse un miglioramento c'è stato...
Sulla qualità della voce e del suono nulla da dire, dire che è stato un ottimo lavoro come sempre.
2010-06-04 19:40:40
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